I vini no alcol esistono già. Unione italiana vini attacca: "Dal Governo posizione ideologica"

Gambero Rosso ECONOMIA

«Non è vero che non si può chiamare vino, sappiatelo. Lo dice il regolamento comunitario del 2021 e su questo non si discute». Parte da qui l’intervento del segretario generale di Unione italiana vini Paolo Castelletti alla tavola rotonda Dealcolati & Co - Le nuove frontiere del vino, realizzata in collaborazione con Vinitaly. Un intervento in cui non ha usato mezzi termini, in contrapposizione alle parole del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che, nell’intervista esclusiva rilasciata al Gambero Rosso, ha ribadito che i dealcolati non sono vini. (Gambero Rosso)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Come anticipato, sul tavolo di Verona c’erano una manciata di temi che hanno finito per compattare il sistema, lasciando da parte una serie di contrasti, come quello sempre più labile tra piccoli vignaioli e grandi cantine. (Gambero Rosso)

Un bilancio positivo, ma anche un Vinitaly che guarda sempre di più al business, all'estero, e ai giovani e anche, in futuro, a uno spazio dedicato a un trend in ascesa: i prodotti no e low alcol. (Gambero Rosso)

Video di Davide Cavalleri L’esponente della Lega: “I prodotti senza alcol sono un’altra cosa: giusto intercettare un trend che funziona, ma chiamandoli con un altro nome, si rischia di confondere i consumatori”. (Repubblica TV)

Verona. Al Vinitaly 2024, che si è chiuso ieri, il tema della dealcolazione del vino, per la messa in commercio di prodotti che piacciono soprattutto ai mercati del Nord Europa, è stato tra i più trattati. (La Provincia Pavese)

Fenomeno de-alcolati, bevande zuccherine da non chiamare vino. Il mercato li apprezza e in Trentino ci sono avanguardie interessanti (il Dolomiti)

Ai giovani piace, la Generazione Z pare sia pronta a farne un suo simbolo, il mercato potenziale è importante e in Italia le resistenze al vino dealcolato lo sono altrettanto. (Tiscali)