«L’Iran può colpire ovunque»: il post choc con sei missili in volo sul Colosseo

L'Unione Sarda.it ESTERI

Sei missili in volo, pronti ad abbattersi sul Colosseo. È quanto si vede nella foto condivisa su X dal ministro degli Esteri israeliano Israel Katz. Sullo sfondo, un avvertimento: «Missili iraniani, stanno arrivando in una città vicina alla tua. #StopIran». Poi il testo, che fa riferimento al «recente attacco dell'Iran a Israele» che è «solo un'anteprima di ciò che le città di tutto il mondo possono aspettarsi se il regime iraniano non verrà fermato. (L'Unione Sarda.it)

Ne parlano anche altri giornali

Nuova minaccia contro Israele da parte del presidente iraniano, Ebrahim Raisi, lanciata durante un intervento all'università di Lahore in Pakistan dove si trova per una visita ufficiale di tre giorni. (Adnkronos)

Giovedì scorso i guardiani della rivoluzione avevano avvertito che Teheran potrebbe rivedere la sua "dottrina nucleare" - che finora prevedeva un uso esclusivamente civile di questa energia - se Israele minacciasse di attaccare i suoi centri atomici (AGI - Agenzia Italia)

Katz invita ad imporre ulteriori sanzioni contro Teheran e chiede che il corpo delle guardie della rivoluzione islamica (IRGC) sia dichiarato "organizzazione terroristica". (Difesa Online)

Hanno destato allarme, ma non stupore, le affermazioni del brigadier generale dell’IRGC Ahmad Haghtalab alla stampa lo scorso 18 aprile, alla vigilia della risposta israeliana contro l’Iran, avvenuta poi alle prime luci dell’alba del giorno successivo. (L'HuffPost)

Se qualcuno mettesse a rischio la sicurezza del vostro Paese, voi come reagireste? Suonava più o meno così la domanda che qualche giorno fa mi poneva un conoscente iraniano, mentre ragionavamo dell’attacco di Israele al consolato di Damasco e della massiccia, benché incruenta e annunciata con ampio anticipo, reazione di Teheran nella notte del 13 aprile. (L'HuffPost)

I dubbi sulle modalità dell’attacco israeliano al sito radar iraniano In base alle immagini satellitari comparse nei giorni successivi al raid, si notano chiaramente segni di bruciature sul terreno in corrispondenza del luogo dove era installato il radar di tiro 30N6E2 FLAP LID del sistema missilistico antiaereo S-300PMU-2 posto a protezione della base e, soprattutto, della vicina centrale di arricchimento dell’uranio di Natanz, situata circa 80 km a nord. (RID)