Roma, continua la protesta all'università La Sapienza: studenti incatenati e in sciopero della fame

La Stampa INTERNO

Roma, continua la protesta all'università La Sapienza: studenti incatenati e in sciopero della fame Dopo gli scontri di martedì, continua la protesta dei collettivi della Sapienza di Roma contro gli accordi con Israele. “Da stamattina abbiamo dichiarato di essere in sciopero della fame ad oltranza finché la rettrice Polimeni non faccia dei passi in avanti nei nostri confronti e ascolti le nostre richieste”. (La Stampa)

Ne parlano anche altri giornali

Il giorno successivo agli scontri alla Sapienza, scontri innescati dai ragazzi dei collettivi pro-Palestina, emerge il vero numero dei feriti tra le forze dell'ordine: 27 agenti feriti. (Liberoquotidiano.it)

A volte si tratta di notizie fortemente esagerate, a volte di fake news, come nel caso delle ormai note manganellate agli studenti minorenni di Pisa dovute, secondo la versione diffusa dagli agenti, alla necessità di impedire ai ragazzi di avvicinarsi alla Sinagoga. (il manifesto)

Un vero peccato, anche perché il Requiem «Stringeranno nei pugni una cometa», in prima esecuzione romana, era un evento molto atteso, sia per il grande interesse che suscita da tempo il lavoro di Silvia Colasanti, una delle compositrici italiane più originali e interessanti della sua generazione, sia per la partecipazione della poetessa Mariangela Gualtieri, autrice dei testi nonché voce recitante. (il manifesto)

"Proprio ieri ho avuto un incontro con le studentesse e gli studenti in Commissione della Regione Lazio e ho sottolineato come lo scenario attuale necessitasse di una presa di posizione e di una chiarezza che potesse dare ai fatti la giusta gravità. (Fanpage.it)

Quelle pro Palestina, invece, non sono contro la Costituzione. Non è proprio il caso di accendere delle micce“. (Il Fatto Quotidiano)

I ragazzi ricordano anche l'appuntamento per l'assemblea studentesca in programma oggi alle 18 al pratone, nella città universitaria, dove è invitata la rettrice, oltre alla governance d'ateneo, "affinché - sottolineano - possano fare un passo indietro rispetto alla loro scelta politica di non rompere gli accordi che oggi ci rendono complici del genocidio in Palestina e dell'escalation militare generalizzata". (Il Messaggero Veneto)