Trump e il giorno del doppio processo. La sua giornata nera tra Stormy e immunità

Trump e il giorno del doppio processo. La sua giornata nera tra Stormy e immunità
ilGiornale.it ESTERI

Doppio appuntamento con la giustizia per Donald Trump. Ieri l'ex presidente era in tribunale a New York per il processo sul pagamento alla pornostar Stormy Daniels, ma allo stesso tempo a Washington è iniziata la battaglia alla Corte Suprema sull'immunità nel processo per i tentativi di ribaltare l'esito del voto del 2020. La difesa sostiene la tesi dell'immunità assoluta del presidente, a meno che non sia stato condannato per impeachment (è stato assolto in quello per l'attacco al Congresso del 6 gennaio 2021). (ilGiornale.it)

Se ne è parlato anche su altri media

Trump in tribunale a New York per il quarto giorno di deposizione nel processo sui pagamenti in nero alla pornostar Stormy Daniels. L’ex presidente Usa si è fermato a parlare con i giornalisti e ha voluto prima di tutto augurare buon compleanno alla moglie Melania. (LAPRESSE)

Con argomenti del tutto capziosi la Corte Suprema americana, a maggioranza trumpiana, si arrocca su una concezione arbitraria dell’immunità presidenziale e rinvia il verdetto sull’ex Presidente a dopo le elezioni del 5 novembre, quando non servirà più a nulla (FIRSTonline)

Se lo farete questo sarà un rapido verdetto di non colpevolezza», ha detto Todd Blanche, l’avvocato di Trump ai giurati (12 di ruolo — sette uomini e cinque donne — e agli altri 6 eventuali sostituti) durante la sua arringa di apertura. (Corriere della Sera)

Caso Trump alla Corte suprema: il processo si allontana sempre più

Donald Trump oggi siederà, primo ex presidente della storia americana, al tavolo degli imputati del processo penale per la vicenda dei 130mila dollari versati alla porno star Stormy Daniels e i 150mila alla modella di Playboy Karen McDougal, per non divulgare indiscrezioni sulle relazioni avute con loro, a poche settimane dalle elezioni del 2016. (La Voce di New York)

Lo ha detto l'ex presidente americano Donald Trump il giorno dopo un'udienza alla Corte Suprema incentrata sulla questione se debba essere immune da procedimenti penali per atti commessi mentre era in carica, mentre arrivava in un tribunale di New York dove è sotto processo. (il Dolomiti)

Stilare liste di falsi elettori da inviare al Congresso, fare pressioni su alti funzionari governativi – come l’ex vicepresidente Mike Pence – perché non certificassero l’elezione di Biden, aizzare la folla che ha dato l’assalto al Campidoglio: tutti atti ufficiali dettati dalla buona fede, secondo l’avvocato che ieri ha rappresentato Donald Trump davanti alla Corte suprema, John Sauer. (il manifesto)