Sui social i video dei pestaggi. Mazze e Kalashnikov in mano. Così terrorizzavano le vittime

il Resto del Carlino INTERNO

Squadroni di uomini con Kalashnikov stretti tra le mani, alternati a mazze da baseball e mazze chiodate. Pestaggi cruenti in mezzo alla strada, con vittime sottoposte ad atroci violenze; prese a calci, pugni, sprangate. I componenti dell’associazione AK- 47 Carpi postavano ogni loro azione sui social network, al fine di mostrare il proprio potere e predominanza ma anche di far capire a chi cercava di ‘sfuggire’ ai loro diktat che di armi ne avevano parecchie e i video del ‘boss’ del sodalizio in Pakistan lo dimostravano. (il Resto del Carlino)

Ne parlano anche altre testate

Diciotto persone arrestate che dovranno rispondere di associazione a delinquere finalizzata a estorsioni, lesioni personali, minacce, auto riciclaggio e caporalato, mentre altri due sono indagate per tentato omicidio. (Corriere)

Si erano associati sotto al nome di ’AK-47 Carpi’ ma la sigla, che richiama un noto fucile d’assalto, solo in parte descrive la violenza di cui erano capaci. (il Resto del Carlino)

Sono questi i reati contestati ad un gruppo di persone residenti tra Carpi… È così che è stata scoperta una associazione per delinquere, composta da cittadini pakistani e dedita ad estorsioni, lesioni personali, minacce, autoriciclaggio e caporalato. (La Repubblica)

C'è stato chi ha gridato subito alla città insicura. Ma Carpi ha convissuto senza interferenze con questa realtà sconosciuta, rivelata solo dalle due risse fra pachistani (VOCE.IT)

Al centro di tutto c'era una banda chiamata proprio «Ak 47 Carpi», smantellata a Modena da Procura e Digos, con la collaborazione del commissariato di Carpi, con due diverse ordinanze firmate dal gip, eseguite da questa mattina all'alba. (brescia.corriere.it)

È così che è stata scoperta una associazione per delinquere, composta da cittadini pakistani e dedita ad estorsioni, lesioni personali, minacce, autoriciclaggio e caporalato. Sono questi i reati contestati ad un gruppo di persone residenti tra Carpi, Piacenza, Mantova e Brescia e destinatarie di due distinte ordinanze di custodia in carcere emesse dal Gip. (Corriere)