La bella addormentata Europa che pensa ai conti ma snobba la difesa

Nicola Porro ESTERI

Quando qualcuno si azzarda a dire che l’Unione europea non funziona è subito costretto a incassare critiche feroci, e gratuite, di anti-europeismo, come se Europa e Ue coincidessero. Magari fosse così, lo vorremmo tutti. E invece tra l’idea che avevano in mente i padri fondatori e il vorace e immenso baraccone burocratico di Bruxelles corre la stessa differenza che c’è fra giorno e notte. Se poi quel qualcuno fa un passo in più e osa aggiungere che l’Unione europea sa solo “far di conto”, e neppure tanto bene, adottando una visione della realtà e una strategia di tipo puramente ragionieristico, si aprono le cateratte dell’indignazione. (Nicola Porro)

Su altre fonti

Il rapporto Arming Europe, commissionato dai tre uffici nazionali di Greenpeace in Germania, Italia e Spagna a un team di esperti, analizza la spesa militare in Europa e ne rivela il basso impatto economico e occupazionale, concentrandosi sui tre Paesi committenti, nel contesto dei Paesi NATO membri dell’Unione europea. (L'Eco di Bergamo)

Com’è noto, in Europa la spesa per la difesa manca non tanto di dimensione, ma manca soprattutto di concentrazione: troppi programmi nazionali, troppa frammentazione, poca spesa comune per programmi comuni. (ilmessaggero.it)

Tutti i Paesi europei membri della Nato, tranne tre - Italia, Grecia e Romania - hanno aumentato la loro spesa militare nel 2023. La spesa per la difesa e la sicurezza in Europa è aumentata del 16% dal 2022 al 2023, con la Polonia che ha più che raddoppiato il suo budget per gli armamenti dal 2014. (Euronews Italiano)

«Non avrei mai creduto che sarei stato qui a invocare un maggiore impegno nell’invio delle armi per aiutare l’Ucraina»: la parabola del vice cancelliere e ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck potrebbe essere un esempio della trasformazione della politica occidentale e soprattutto europea dopo due anni di bombe russe sulle città ucraine. (La Stampa)

Per la Svezia, che ha appena aderito alla NATO, la crescita è stata superiore al 30%. Era dalla fine della Seconda guerra mondiale che non circolavano tante armi in Europa e, secondo l’Agenzia europea per la difesa (AED), le spese militari sono aumentate del 6% lo scorso anno nell’Unione Europea, come sottolineato dall’analisi di RTS Data. (RSI.ch Informazione)

La notizia non ha fatto presa: Moody’s in una sua valutazione esprime il timore che l’Italia metta in questione l’impegno per la riduzione del debito pubblico, anzi che si possa arrivare al 147% rispetto al pil nel 2030. (il manifesto)