Stellantis, la Fiom non firma l’accordo sul nuovo polo produttivo di Torino: “Sancisce la…

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Quindi serve un piano generale che l’azienda non ha fornito”, spiegano Simone Marinelli, coordinatore auto della Fiom nazionale ed Edi Lazzi, segretario della Fiom torinese.

Si consuma così una nuova frattura tra i sindacati di Stellantis, nata dalla fusione di Fca e Psa.

“Non firmiamo un accordo che sancisce la chiusura della Maserati di Grugliasco.

Un centro, quindi, di competenza per l’elettrificazione del gruppo, con le piattaforme per la 500 elettrica e per i modelli Maserati

L’accordo sul nuovo Polo produttivo non porta la firma della Fiom. (Il Fatto Quotidiano)

Su altri media

Il piano, presentato al Mise l’11 ottobre, prevede la nascita a Mirafiori di un centro di competenza per l’elettrificazione del gruppo, con le piattaforme per la 500 elettrica e per i modelli Maserati. (Corriere della Sera)

Prima di luglio e della sigla di oggi Mirafiori contava2850 tute blu. Questa è una forte criticità poiché il saldo è ampiamente negativo tra uscite ed ingressi» (Corriere della Sera)

Entro fine novembre, in particolare, sarà completato il trasferimento della verniciatura delle Maserati nello stabilimento di Torino, mentre a gennaio si partirà con verniciatura e assemblaggio dei modelli. (Cronaca Qui)

Una scommessa difficile da vincere con due soli modelli (Maserati Ghibli e Quattroporte) E che alle Carrozzerie di Mirafiori, dove verrebbe trasferita la manodopera, oscilla tra i 54 e i 55. (Il Fatto Quotidiano)

La nuova vita di Mirafiori passa anche dalla “Stellantis Italy House”, che sarà inaugurata il 3 novembre in via Plava, fra il Centro Stile e l’Heritage Hub. «Nasce qui per ribadire ancora una volta il nostro legame con Torino, e con un territorio che racchiude uno dei patrimoni automotive più importanti al mondo», ha detto Ficili. (La Stampa)

Una lunga giornata di trattative tra sindacati e Stellantis per chiarire tempi e modalità del trasferimento della produzione Maserati da Grugliasco a Mirafiori che si è conclusa con la sigla dell’accordo tra Fim, Uilm, Fismic, Uglm, Aqcfr ma con lo strappo della Fiom che non l’ha sottoscritto. (La Stampa)