Evergrande verso il default: il colosso cinese dell’immobiliare non può pagare gli interessi

Corriere della Sera ECONOMIA

Il crollo del rating Dopo Moody’s intanto altre agenzie bocciano il gruppo.

Un’eventuale liquidazione del gigante cinese avrebbe infatti notevoli conseguenze, non solo sull’economia di Pechino ma anche sulla «stabilità sociale» cara ai vertici cinesi

Standard & Poor’s ha tagliato il rating su Evergrande, portandolo a CC e con outlook negativo, a causa «dell’estremamente alto rischio di non pagamento» del debito nei tempi dovuti. (Corriere della Sera)

Ne parlano anche altre fonti

Il Global Times è un tabloid nazionalista pubblicato dal Quotidiano del Popolo, la voce del Partito comunista, ma le sue opinioni non riflettono necessariamente il pensiero ufficiale della leadership, pur avendo un notevole seguito (Ticinonline)

La società cinese, che è il secondo sviluppatore immobiliare del Paese, è in crisi di liquidità e a rischio default. Il Global Times è un tabloid nazionalista pubblicato dal Quotidiano del Popolo, la voce del Partito comunista, ma le sue opinioni non riflettono necessariamente il pensiero ufficiale della leadership, pur avendo un notevole seguito. (la Repubblica)

E, soprattutto, la Banca centrale cinese (Pboc) ha battuto un gran bel colpo. Secondo e più temuto dalle varie JP Morgan dell’Occidente indignato, divieto di investimento nel campo real estate per i fondi di private equity (Money.it)

Borse asiatiche miste, con il Nikkei 225 della borsa di Tokyo in rialzo di mezzo percentuale circa e Hong Kong che oggi, nonostante il caso Evergrande, azzarda un tentativo di rialzo, salendo alle 7.55 ora italiana dello 0,41% (Yahoo Finanza)

La sussidiaria si era accordata anche con l'italiana a controllo indiano Pininfarina per il design di una gamma di veicoli a zero emissioni. Il colosso della telefonia vuole investire 10 miliardi sui veicoli a zero emissioni e promette il primo modello per il 2024. (La Stampa)

Seduta incerta anche per Wall Street, dopo che le Borse asiatiche hanno finalmente rialzato la testa dopo quattro sedute di debolezza. Il Wti ottobre è sotto i 72 dollari al barile, il Brent novembre sotto ancorato a 75 dollari al barile (la Repubblica)