Doppia commemorazione fascista a Dongo e Giulino di Mezzegra con divise brune e saluti romani: contestazioni di Anpi e partiti al ricordo dei gerarchi uccisi

La Repubblica INTERNO

Sotto una pioggia battente, e con in sottofondo il coro dei contestatori, anche quest'anno a Dongo (Como) si è tenuta la breve commemorazione dei sedici gerarchi fascisti fucilati sul lungolago il 28 aprile del 1945. Una settantina i nostalgici neofascisti che, in giubbotto nero, hanno depositato davanti alla ringhiera del lungolago una rosa per ogni gerarca ucciso: al termine, hanno fatto il saluto romano (La Repubblica)

La notizia riportata su altri giornali

Ma chi li sente ormai gli storici? Nel 2024 è la propaganda a prevalere, la memoria distorta, l'esibizionismo anacronistico di saluti romani per i Versione che alcuni storici contestano. (Secolo d'Italia)

Un gruppo di alcune decine di militanti di estrema destra a Dongo, sul lago di Como, ha reso omaggio con saluti romani ai 15, tra ministri e gerarchi fascisti, che il 28 aprile 1945 nel tentativo di fuggire verso la Svizzera, vennero catturati insieme a Mussolini e fucilati dai partigiani. (La Stampa)

La cripta di Benito Mussolini a Predappio, in una immagine di archivio. Foto Ansa In privato, alcuni hanno fatto il saluto romano nella cripta (AltaRimini)

Presenti, con l’associazione partigiani, anche la capogruppo Dem alla Camera, la comasca Chiara Braga e il collega d’aula Federico Fornaro. Ieri raccontavamo della manifestazione dell’Anpi a Dongo in risposta alle commemorazioni neofasciste di Benito Mussolini e dei gerarchi tra il paese e Giulino di Mezzegra: qui tutti i dettagli e il video . (ComoZero)

"Come ogni anno anche ieri a Dongo e a Giulino di Mezzegra abbiamo assistito a manifestazioni e celebrazioni di chiaro stampo neofascista, con persone in divisa nera, inquadrati militarmente, che ancora una volta hanno offeso la memoria di quei luoghi. (IL GIORNO)

Domenica a Giulino di Mezzegra, davanti a Villa Belmonte, dove il Duce e Claretta Petacci furono uccisi, e a Dongo, dove il convoglio in fuga fu fermato la mattina del 27 aprile 1945 e dove furono fucilati gli altri gerarchi, è andato in scena il solito siparietto di saluti romani alla chiamata “Presente", da parte di un’ottantina di neofascisti contestati da duecento persone che hanno intonato “Bella Ciao”. (IL GIORNO)