Com’è difficile essere Marco Liorni: l’ossessione del fascismo e la parola in diretta tv che ha scatenato il caos

Com’è difficile oggi essere Marco Liorni. Com’è difficile oggi essere dipendenti della Rai. Conduttori della Rai. Esposti a qualsiasi cosa. E, no, non parliamo del “grande clima di paura” attorno a Scurati (sigh!) e attorno a tutti quei giornalisti di Sinistra che si sentono censurati e vivono con l’ossessione di un fascismo che esiste solo nelle loro teste. Parliamo di altro. Parliamo di un conduttore serio e equilibrato, che conduce uno dei programmi di punta di Rai Uno – L’Eredità – e che non ha l’obbligo di dover ribadire, precisare, specificare di essere antifascista. (StrettoWeb)

Se ne è parlato anche su altre testate

In genere il conduttore è solito fornire un piccolo approfondimento ai telespettatori circa il contenuto dei quesiti che vengono via via proposti ai concorrenti, ma in questo caso la consueta analisi non è proprio andata giù soprattutto al popolo della sinistra, insorto sul web e pronto a sommergere di insulti e critiche l'autore televisivo 58enne. (ilGiornale.it)

Nei giorni scorsi Marco Liorni è stato protagonista di una polemica social inaspettata. Il conduttore Rai, promosso alla guida de L’Eredità dopo aver portato al successo Reazione a Catena, si è ritrovato improvvisamente al centro di alcune critiche social a causa di ciò che ha detto durante un gioco del quiz game. (Abruzzo Cityrumors)

Invece no: provano gusto a trovare ogni giorno un avversario televisivo da attaccare. Una guerra che, visti anche i risultati delle elezioni in Basilicata, almeno per scaramanzia forse farebbero meglio a evitare a sinistra. (CulturaIdentità)

L'appello di Liorni A suscitare nuove polemiche in Rai sono state le parole di Marco Liorni nel corso dell’ultima puntata de L’Eredità. (Virgilio Notizie)

Marco Liorni rompe il silenzio e fa chiarezza sul polverone alzato da alcune sue parole a “L’Eredità”. (Il Fatto Quotidiano)

Al centro della questione una domanda in merito alla manifestazione dell'Oro alla Patria, risalente al 1935 e organizzata dall'allora governo fascista di Benito Mussolini. A L'Eredità è normale parlare di storia ma quel che il pubblico (in parte) non ha digerito è l'apparente elogio dell'evento in questione da parte del conduttore che, accusato ferocemente, ha deciso di condividere un video chiarificatore su Instagram, precisando la sua posizione. (DiLei)