25 aprile, Pagliarulo (Anpi): “Niente polemiche, oggi è un anniversario ancora più importante perché a 100 anni dall’omicidio Matteotti”

Il Fatto Quotidiano INTERNO

“Le mille polemiche non valgono niente, quello che conta è che è un grande giorno di festa: ne ricordo un giorno simile, 30 anni fa, 1994, c’era tantissima gente come oggi, con una grandissima differenza. Pioveva, oggi c’è il sole e questo porta bene”. Lo ha detto il presidente di Anpi Gianfranco Pagliarulo, a margine del corteo per il 25 aprile a Milano dove hanno partecipato migliaia di persone. “È un anniversario importante, 100 anni dall’assassinio di Matteotti, 80 anni da Marzabotto, dalle fosse Ardeatine, l’anno prossimo saranno 80 anni dalla liberazione. (Il Fatto Quotidiano)

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E lo notano tanti manifestanti guardandosi attorno in questo 25 Aprile, mentre in strada camminano gruppi di adolescenti con i cartelli in mano ma anche nonni con in braccio i nipotini e famiglie al completo. (IL GIORNO)

Compreso il compagno Cyrus dalla Germania del quotidiano nd, ex Neues Deutschland, liquidato dalla Linke e rinato subito dopo come cooperativa di giornalisti, esattamente come il manifesto. Come Carlo, operaio alla Montedison è partito all’alba con la moglie e che, stoicamente, hanno tenuto i margini esterni dello striscione per almeno quattro ore senza alcuna pausa. (il manifesto)

Quando la testa del corteo sta per entrare in piazza Duomo, a Milano, le delegazioni del Pd e del M5S, una dietro l’altra, hanno appena mosso i primi passi giù per corso Venezia. (Il Fatto Quotidiano)

, grandissima, festosa. La destra esalta piccole tensioni, ma non riesce a rovinare la festa (il manifesto)

Un gruppetto di ragazzini, che probabilmente nulla o poco conosce del conflitto israelo-palestinese, figuriamoci della festa del 25 aprile. Una decina di loro si è reso protagonista dell'episodio più violento della parata che anche quest'anno si è tenuta nell'anniversario della liberazione dal nazi-fascismo. (ilGiornale.it)

Quanto è grande il corteo di Milano se dopo due ore dalla partenza prevista nessuno riesce a muovere un passo, né avanti né indietro, gli appuntamenti saltano, i telefoni non prendono e tutti restano bloccati dove non avevano previsto, dentro spezzoni di altri, e così si conosco e si mischiano, poi quando finalmente si parte in piazza Duomo è già tutto finito ma va benissimo così? E quanto sono lontani la politica del commento romano e il circo dell’informazione se in una giornata così vogliono cogliere solo qualche contestazione e se viene raccontata come una mezza battaglia – spintonate che hanno coinvolto per qualche minuto qualche decina di persone, in maggioranza poliziotti – mentre decine, centinaia di migliaia di nulla si è accorto? (il manifesto)