Crack Evergrande: la crisi e i rischi del più grande colosso immobiliare del Dragone

AziendaBanca ECONOMIA

Sicuramente lo spettro di default di Evergrande è una delle sfide economiche più insidiose cui la leadership cinese dovrà rispondere

Evergrande, il principale colosso del settore immobiliare in Cina, è a un passo dal default.

Le prime 323 abitazioni targate Evergrande vengono vendute all'istante e la neonata azienda arriva costruire ben 600 mila appartamenti all'anno.

Di qui la paura di un effetto domino da un potenziale collasso di Evergrande in Cina ha provocato un ampio sell-off. (AziendaBanca)

Su altri media

Ma come ha fatto Evergrande ad arrivare a questa situazione? Evergrande sarà salvata dal governo cinese. (Panorama)

A Hong Kong Evergrande in risalita dopo le rassicurazioni sul pagamento degli interessi ai creditori. Avvio di seduta positivo per le Borse europee, ben intonate dopo i rialzi registrati ieri a Wall Street. (Yahoo Finanza)

Non sono state fornite indicazioni precise, però, su quando e come gli importi concordati saranno effettivamente pagati. Il ramo principale del colosso immobiliare cinese Evergrande, Hengda, ha comunicato alla Borsa si Shenzhen che riuscirà ad onorare il pagamento di 232 milioni di yuan (35,9 milioni di dollari) di debito onshore in scadenza domani, 23 settembre. (Wall Street Italia)

Gli enti locali finanziano lo sviluppo immobiliare e i progetti infrastrutturali emettendo Local government financing vehicles (LGFV), che circolano sul mercato obbligazionario attraverso società di investimento. (Il Sole 24 ORE)

Oggi è stimato essere 2mila miliardi di yuan (262,6 miliardi di euro). Un'ascesa inarrestabile, insomma, che portò Evergrande a essere la seconda compagnia immobiliare in Cina per metri quadri costruiti. (L'Altra Mantova)

Ka Yan ha anche annunciato che la «priorità assoluta» sarà aiutare gli investitori retail a riscattare i prodotti di investimento venduti da Evergrande. E il titolo guadagna il 10%. «L’azienda farà del suo meglio per riprendere lavoro e produzione». (La Stampa)