SIMON PELLAUD, LO SVIZZERO CHE VA SEMPRE IN FUGA. TERZO IN AUSTRIA ALLA RICERCA DELLA VITTORIA

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Austria. E’ la sede della seconda tappa del Tour of the Alps, in un paesino lungo la valle dell’Inn a pochi chilometri da Innsbruck, che qualche anno fa ospitò anche un mondiale di ciclismo su strada in un o spettacolo di pubblico e di circuito. Entri in Austria, scavalli il Brennero e tutto diventa diverso. Anche la tappa. Lunga, un pò estenuante per un tracciato tutto mangia e bevi come si dice in gergo. (InBici)

La notizia riportata su altre testate

Proprio per questo motivo è stato inusuale vedere che nessuna Professional italiana è riuscita ad inserirsi nella fuga di tappa, nel giorno in cui un re degli attacchi da lontano come Alessandro De Marchi è riuscito ad arrivare fino in fondo. (TUTTOBICIWEB.it)

Alessandro De Marchi si è inventato un giorno-capolavoro, e lo ha fatto nella seconda tappa del Tour of the Alps, quella partita dall’antica Salorno, al confine tra Alto Adige e Trentino, e arrivata in Austria, con la neve sulle vette tutto attorno a Stans. (La Gazzetta dello Sport)

15.33 Oggi non c’è stata battaglia tra i big, che però domani potrebbero scontrarsi direttamente nella tappa nei dintorni di Schwaz, con una salita, da ripetere due volte, molto impegnativa. LA CLASSIFICA DEL TOUR OF THE ALPS (OA Sport)

La tappa 2, la più lunga del Tour of the Alps 2024, conduce il gruppo da Salorno a Stans dopo 190,7 km: a festeggiare è Alessandro De Marchi, lo specialista delle fughe che raccoglie il massimo dopo 158 km in avascoperta e dopo aver liquidato Patrick Gamper e Simon Pellaud sulla salita di Gnadenwald. (Quotidiano Sportivo)

Nel momento esatto in cui la ruota di Alessandro De Marchi sta per passare la linea del traguardo, una nuvola si sposta dal sole e fa risplendere il verde che colora le montagne e il sorriso del Rosso di Buja. (Bicisport)

Alessandro De Marchi L’azzurro, 38 anni, ha vinto la seconda tappa del Tour of the Alps (190 km da Salorno a Schwaz, in Austria) dopo una fuga infinita assieme all’austriaco Gamper e al francese Pellaud (Corriere della Sera)