L’Opa di KKR su Tim, la più grossa società di telecomunicazioni in Italia

Stretto web ECONOMIA

Il maggiore azionista di TIM è la francese Vivandì con oltre il 23% delle azioni seguito dalla Cassa Depositi e Prestiti, società controllata dal MEF, che ne possiede quasi il 10%.

che si sono affrettate a comunicare la contrarietà a tale operazione temendo contraccolpi in termini di occupazione del personale

Esiste infatti in Italia il cosiddetto “golden power” che è la facoltà da parte del governo di porre un veto all’acquisizione da parte di società straniere a salvaguardia dei settori della sicurezza nazionale nonché in ambiti come l’energia, i trasporti e, appunto, le comunicazioni. (Stretto web)

Su altri giornali

Nelle ultime ore sta circolando un’ipotesi alquanto clamorosa che vede la possibilità che due colossi della telefonia come Tim e Iliad possano fondersi fra loro, creando così un unico gestore telefonico da milioni di utenze. (Computer Magazine)

Cresce il divario dimensionale tra i colossi Usa e le “piccole” banche europee: le prime 10 valgono meno della sola JP Morgan Con un volume di prestiti per 1 trilione di dollari, JP Morgan era l'unica banca a poter finanziare da sola la linea di credito da 45 miliardi. (Il Sole 24 ORE)

Un tema principale sarebbe quello legato alla richiesta di avvio di una due diligence proposta dal fondo Kkr stesso, che, si ricorda, è già entrato nella società della rete secondaria di TIM, ovvero FiberCop La manifestazione di interesse di KKR. (MondoMobileWeb.it)

Ecco come prosegue la testata giornalistica francese descrivendo lo scenario ipotizzato:. “Il mercato italiano è molto frammentato, ancor più che in Francia, con cinque operatori mobili: Vodafone, Telecom Italia, WindTre, Free-Iliad e Fastweb Quello che ora sta preoccupando però è ciò sembra apparire all'orizzonte: una fusione con TIM, l'operatore nazionale italiano. (Telefonino.net)

Non però nella misura in cui, come è il caso dell’Italia, ad essi non corrispondono proporzionati investimenti italiani oltre confine. Nel mondo globalizzato in cui viviamo in linea di principio gli investimenti dall’estero sono un fenomeno positivo e anzi un segno di buona salute socio-economica. (Corriere del Ticino)

Qualcosa che, come ci spiega Barberio, è bene non perdere di vista per collocare correttamente tutti gli a E mentre in Tim volano gli stracci di un «redde rationem» che ha portato all’uscita dell’amministratore delegato Luigi Gubitosi, dimissionario, sullo sfondo della partita interna all’azienda c’è la visione che un Paese deve o dovrebbe avere per lo sviluppo di una moderna infrastruttura di rete. (Tempi.it)