Mediobanca, come Nagel slalomeggia fra Unicredit, Del Vecchio e Bce

Startmag Web magazine ECONOMIA

Dunque Piazzetta Cuccia non si accaserà né punta – almeno stando alle dichiarazioni ufficiali – a shopping rilevanti per crescere.

Con un patrimonio solido al 16,3% come core tier 1, Nagel ha confermato la politica sui dividendi di un payout del 70% sugli utili netti

“Mediobanca consolida ricavi e utili nei nove mesi dell’anno 2020-2021 superando le stime degli analisti”, sintetizza il Corriere della Sera. (Startmag Web magazine)

Se ne è parlato anche su altri media

I costi operativi si sono attestati a 314,5 milioni a fronte dei 309 milioni stimati dal consenso e in aumento dai 299,8 milioni del terzo trimestre 2020, sostenuti dalle spese per assunzioni e investimenti. (Milano Finanza)

A fine marzo 2021 gli impieghi erano pari a 47,69 miliardi di euro, in aumento dai 46,69 miliardi di inizio esercizio, ma in calo dai 48,13 miliardi di fine dicembre 2020. L’autofinanziamento (+12 punti base) e i minori asset ponderati per il rischio (+25 punti base) sono stati assorbiti dalle maggiori deduzioni (-27 punti base, di cui -15 punti base ex Assicurazioni Generali e -6 punti base per M&A). (SoldiOnline.it)

Pur avendo escluso grandi operazioni di m&a, Nagel ha però aperto a deal mirati soprattutto nel settore del wealth management, oggi sempre più importante per Mediobanca. Bisogna lasciare tempo ad Andrea per entrare nel ruolo di una banca complessa come Unicredit». (Milano Finanza)

Quali che siano le prossime mosse di Piazzetta Cuccia, secondo Nagel il "contesto normativo" è molto favorevole al risiko bancario. A Piazza Affari il titolo Mediobanca ha chiuso la seduta in rialzo frazionale dello 0,21% a 9,67 euro (Milano Finanza)

Dunque Piazzetta Cuccia non si accaserà né punta – almeno stando alle dichiarazioni ufficiali – a shopping rilevanti per crescere. Sono contento che una persona del suo background sia tornato a lavorare in una banca italiana». (Startmag Web magazine)

Caltagirone, però, forte del suo pacchetto del 5,6 per cento, sembra comunque intenzionato a cambiare le regole del gioco a Trieste. Caltagirone a suo tempo approvò la modifica statutaria, ma ora, a quanto pare, non è più d’accordo e ha già fatto capire che darà battaglia (L'Espresso)