VIDEO Iraq, base di milizie iraniane colpita da raid

LAPRESSE ESTERI

Gli Usa hanno negato la paternità dell'attacco Un’esplosione ha colpito un’installazione militare vicino a Baghdad, utilizzata dalle forze di mobilitazione popolare irachene (milizie affiliate all’Iran), provocando un morto e otto feriti. Il Comando Centrale Usa ha smentito la paternità del raid. “Israele non ha alcun legame con le esplosioni avvenute in Iraq”, ha dichiarato un funzionario israeliano alla Cnn. (LAPRESSE)

Su altri giornali

Iraq, la base delle milizie iraniane colpita da un raid 21 aprile 2024 (Il Sole 24 ORE)

Un incidente? Oppure, dopo la ritorsione all'Iran per i 300 missili, Israele potrebbe avere messo a segno un'altra azione mirata, non rivendicata, contro la galassia filo-iraniana in Irak? Ci sono ancora pochi punti fermi dopo l'enorme esplosione, seguita da un incendio, avvenuta sabato intorno alla mezzanotte nella base militare irachena di Kalsu, 50 chilometri a sud di Baghdad, dove sono di stanza le Forze di Mobilitazione Popolare (Pmf), una coalizione di milizie sostenute dall'Iran. (ilGiornale.it)

Le stesse fonti spiegano che finora i responsabili della base non sono riusciti ad identificare i responsabili del fatto e successivamente il governo iracheno ha affermato che al momento dell’esplosione non c’erano droni o aerei in volo. (Il Faro online)

— di lasciare il Qatar: sono ospiti degli agi offerti dall’emiro fin dal 2012, su richiesta degli americani che volevano così tenere un canale aperto con il gruppo che si era impadronito di Gaza con le armi cinque anni prima. (Corriere della Sera)

Una cinquantina di chilometri da Baghdad. Subito il pensiero va a quanto è successo 24 ore prima, quando un attacco attribuito a Israele ha raggiunto una base aerea direttamente in territorio iraniano, vicino all’impianto nucleare di Natanz, nella regione di Isfahan, come ritorsione dopo il massiccio lancio di missili e droni di sabato dall’Iran contro lo Stato ebraico. (ilmessaggero.it)

BABIL. Ripartiamo da qui, da dove eravamo stati nell’estate del 2017, quando con le Unità di Mobilitazione Popolare seguimmo l’ultima fase della liberazione dell’Iraq dallo Stato islamico, quella decisiva. (La Stampa)