Il tetto al prezzo del petrolio russo rischia di favorire la Cina

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L’embargo contro il petrolio russo è entrato in vigore dalla giornata di ieri nell’Unione Europea. Non si potrà più acquistare dalla Russia a un prezzo del petrolio superiore ai 60 dollari al barile. Sopra tale soglia saranno impediti anche servizi come il trasporto marittimo e l’assicurazione dei carichi. Mosca ha risposto minacciando di non vendere più un goccio del suo Urals all’Europa. Il Brent ieri è rincarato, pur di poco, rimanendo sotto la soglia dei 90 dollari. (InvestireOggi.it)

La notizia riportata su altri giornali

Il Cremlino non riconoscerà il tetto europeo di 60 euro al barile ai prezzi del petrolio trasportato via mare, entrato in vigore oggi. A dirlo è stato il portavoce di Mosca, Dmitry Peskov, citato dall’agenzia di stampa russa Ria Novosti. (LAPRESSE)

Sono tutti da vedere gli effetti dell’embargo europeo all’acquisto di petrolio russo via mare e il tetto al prezzo del greggio di Mosca. (Sky Tg24 )

L'embargo in teoria potrebbe far salire i prezzi ma oggi, dopo un avvio in crescita, le quotazioni sono tornate leggermente indietro. Scattano da oggi embargo al petrolio russo e price cap a 60 dollari al barile. (ilmessaggero.it)

Non si tratta di un limite eccessivo: a tutt’oggi il petrolio russo si scambia a circa 67 dollari, ben al di sotto del Brent, il petrolio del mare del Nord, che viaggia sugli 87 dollari al barile. Da oggi, quindi, le forniture russe di petrolio via nave – perché il cap non si applica alle forniture via terra, che comunque sono limitatissime – non potranno essere pagate più di questa cifra. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Da oggi scatta l’embargo europeo al petrolio russo: sono vietate le importazioni di greggio via mare (non quelle attraverso gli oleodotti) e secondo i calcoli della Commissione Ue questo dovrebbe bloccare il 94% del greggio di Mosca destinato all’Europa occidentale. (La Stampa)

Avvio di settimana con i riflettori puntati sul petrolio, che si muove in lieve rialzo: l'Opec+ domenica ha deciso di non toccare i livelli di produzione, dopo il taglio di 2 milioni (solo parzialmente implementato) deciso ad aprile. (la Repubblica)