La storia di Alessandro Michele, il nuovo direttore creativo di Valentino

Da quasi due anni il mondo della moda e i suoi accoliti si chiedevano con insistenza quando, come e dove avrebbero rivisto all’opera Alessandro Michele, dopo che lo stilista aveva dismesso il ruolo di direttore creativo di Gucci nel novembre 2022. La risposta è arrivata oggi: Michele prenderà in mano le redini di Valentino, maison che solo sei giorni fa ha comunicato la separazione da Pierpaolo Piccioli. (la Repubblica)

La notizia riportata su altri giornali

In realtà, basta fare un salto nel passato, agli archivi della maison disegnati dallo stesso Valentino Garavani, per rendersi conto dello straordinario decorativismo delle collezioni; esotismo, romanticismo, sogno, orientalismo, dettagli preziosi e sofisticatissimi, sono tutti elementi che ritroviamo sia nelle collezioni storiche di Valentino Garavani ma anche in quelle di Gucci di Alessandro Michele, seppur interpretate in chiave contemporanea tra geek-core e gender-fluid. (Whoopsee)

L'annuncio del nuovo ruolo di Alessandro Michele apre subito a ipotesi e fantasie: come sarà il suo Valentino? Proviamo a rifletterci insieme. (Grazia)

Perché oggi, lo abbiamo detto, il problema della Moda è proprio questo, designer contemporanei che devono misurarsi con il pas… (La Stampa)

Dopo i rumors la conferma: Alessandro Michele prende il posto di Pierpaolo Piccioli come direttore creativo di Valentino, basato a Roma, cuore della maison fondata nel 1960. (TGR Lombardia)

«Roma per me è una scelta. Una scelta che implica destino». Era il maggio del 2019 quando Alessandro Michele scriveva di Roma sulle pagine di questo giornale. E ora, a distanza di cinque anni, quel destino pare essere compiuto: da martedì sarà il direttore creativo di Valentino, maison romana per eccellenza, cosmopolita ma radicata in questa città in maniera viscerale, un po’ come lui. (Repubblica Roma)

“È per me un grandissimo onore essere accolto da Valentino. Sento l’immensa gioia e l’enorme responsabilità nel fare l’ingresso in una maison de couture che ha inciso la parola ‘bellezza’ in una storia collettiva fatta di ricercatezza ed estrema grazia. (la Repubblica)