L'opinione di Angela Vettese sulla Biennale Arte 2024

La Biennale perde il dominio di se stessa e lo cede alle iniziative collaterali. Come il Salone del Mobile di Milano, ormai risulta almeno altrettanto importante ciò che sta dentro i muri istituzionali e ciò che spunta, in una disseminazione di eventi, fuori di quelli. Capita in realtà da numerose edizioni, ma quest’anno, data la debolezza della mostra centrale, che si è proposta come luogo di ricerca con pochi momenti spettacolari e un ritmo quasi elementare, tutto ciò che le sta al di fuori ha finito per prendere il sopravvento. (Artribune)

Ne parlano anche altri giornali

Il viaggio veneziano che ci conduce lungo le periferie del mondo attraverso un cammino esperenziale (per dirla in comunicazionese) non è un’immersione nella darkness profonda, piuttosto un pellegrinaggio tra il National Geographic etnoantropologico e l’avventura turistico emozionale. (ArtsLife)

Leggi tutta la notizia Il Padiglione della Russia ai Giardini della Biennale è stato ceduto alla Bolivia, ma il mondo russo che gravita intorno all'arte,... (Virgilio)

Intitolata Malaz, ovvero santuario, l’esposizione raccoglie le opere di artisti contemporanei omaniti che riflettono lo spirito artistico e la diversità culturale dell’Oman. (Adnkronos) – Un patrimonio artistico multiculturale che aspettava solo di essere scoperto dal resto del mondo quello esposto al Padiglione del Sultanato dell’Oman alla 60esima Biennale d’arte di Venezia. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

Biennale Arte, a Venezia miliardari, collezionisti e turisti russi

La centralità dell’istituzione nell’oramai affollatissimo panorama dell’arte non viene solo dalla sua longevità, ma anche dalla impostazione internazionale e dall’implicito rapporto con il mercato. (Il Sole 24 ORE)

Biennale Arte, per l'inaugurazione a Venezia Biennale Arte, un parterre de roi quello che ha solennizzato a Venezia l'inaugurazione della 60/a Esposizione Internazionale. (Secolo d'Italia)

Lo yacht Odessa II del magnate Len Blavatnik - ex socio del colosso del petrolio Tnk-Bp acquisito da Rosneft, ora patron di Warner Music Group con la sua Access Industries, da tempo trasferito in Gran Bretagna, poi negli Stati Uniti - è rimasto attraccato quasi tutta la scorsa settimana alle Zattere, a pochi passi alla sede veneziana della Fondazione V-A-C finanziata da Leonid Mikhelson, patron di Novatek, importante gruppo russo del settore del gas, spazio e chiuso dall'inizio della guerra contro l'Ucraina. (Tiscali Notizie)