Da Michele a Piccioli: la moda cambia volto. Una rivoluzione in quindici giorni

Da Michele a Piccioli: la moda cambia volto. Una rivoluzione in quindici giorni L’arrivo di Alessandro Michele, gli addii di Pierpaolo Piccioli, Walter Chiapponi e Dries Van Noten: “L’instabilità geopolitica ha provocato un rallentamento nei consumi spingendo i marchi a non tergiversare” spiega l’analista Luca Solca. E quindi nei prossimi mesi questo giro di poltrone probabilmente continuerà di Serena Tibaldi (la Repubblica)

La notizia riportata su altri giornali

C'è una cosa che il mondo della moda sa fare molto bene nei minuti che seguono un annuncio: fare pronostici. Tanti sono sicuramente non richiesti, molti hanno un tono perentorio, altri ancora sono esagerati e lontani anni luce dalla realtà, ma la voglia di dare spazio e forma all'immaginazione che una grande annuncio può scatenare è difficile da tenere a bada. (Grazia)

«Roma per me è una scelta. Una scelta che implica destino». Era il maggio del 2019 quando Alessandro Michele scriveva di Roma sulle pagine di questo giornale. E ora, a distanza di cinque anni, quel destino pare essere compiuto: da martedì sarà il direttore creativo di Valentino, maison romana per eccellenza, cosmopolita ma radicata in questa città in maniera viscerale, un po’ come lui. (Repubblica Roma)

Dopo i rumors la conferma: Alessandro Michele prende il posto di Pierpaolo Piccioli come direttore creativo di Valentino, basato a Roma, cuore della maison fondata nel 1960. (TGR Lombardia)

Perché oggi, lo abbiamo detto, il problema della Moda è proprio questo, designer contemporanei che devono misurarsi con il pas… (La Stampa)

Alessandro Michele è il nuovo direttore creativo di Valentino, e ovviamente la notizia ha dato immediatamente adito a innumerevoli speculazioni; se c’è chi ha esultato alla notizia, c’è anche chi trova il gusto di Michele lontano da quello della maison italiana, forse tenendo conto solamente dell’evoluzione contemporanea del brand, quella più minimale di Pierpaolo Piccioli. (Whoopsee)

A questa storia va il mio primo pensiero: alla ricchezza del suo patrimonio culturale e simbolico, al senso di meraviglia che ha saputo costantemente generare, all’identità preziosissima che i suoi padri fondatori, Valentino Garavani e Giancarlo Giammetti, le hanno donato con amore sfrenato. (la Repubblica)