Rai, l'Usigrai fa la martire contro TeleMeloni, ma in onda più di tutti ci va la Schlein

Liberoquotidiano.it INTERNO

Tommaso Lorenzini 14 aprile 2024 Il copione resta lo stesso, strillare forte per non far sentire il rumore delle unghie mentre ci si arrampica sugli specchi. Un esercizio di stile ben riuscito all’Usigrai, il sindacato pendente a sinistra dei giornalisti della tv di Stato, prontamente sceso in campo per contestare le modifiche in tema di par condicio che l’esecutivo intendeva introdurre per l’imminente campagna elettorale in vista delle elezioni Europee e Amministrative: «La maggioranza di governo ha deciso di trasformare la Rai nel proprio megafono», scrive in prima pagina La Stampa di ieri, facendosi lei sì megafono dei colleghi in rivolta, riportando il «comunicato di fuoco dell’Usigrai, letto in tutti i telegiornali della tv di Stato», dove si plaude alla scelta dell’Agcom «di non accogliere le modifiche varate dalla maggioranza di governo in commissione di Vigilanza che avrebbero consentito agli esponenti dell’esecutivo di parlare nei talk senza limiti di tempo e senza contraddittorio», anche se «resta il rammarico per avere accolto la modifica votata in Vigilanza di mandare in onda i comizi in diretta su Rainews24 senza alcuna mediazione giornalistica». (Liberoquotidiano.it)

Ne parlano anche altre fonti

«Rai megafono dei partiti», tuona un comunicato dei cdr. (La Stampa)

L’Assemblea – spiega una nota – “contesta la volontà di trasformare il servizio pubblico nel megafono dei partiti, e all’azienda gli accorpamenti di testate calati dall’alto che svuoterebbero Radio1 della sua vocazione all news, la mancata volontà di indire una selezione pubblica per sostituire gli oltre 100 colleghi usciti dalla Rai negli ultimi anni, il mancato rispetto degli accordi sindacali sugli organici nella Tgr, l’assenza di risorse per stabilizzare i precari che lavorano nelle reti, i tagli alle troupe e la disdetta da parte del vertice del premio di risultato”. (Il Fatto Quotidiano)

I tempi sono da record, bisogna ammetterlo: «L’Assemblea dei Cdr e dei fiduciari della Rai proclama a larghissima maggioranza (8 voti contrari e un astenuto) lo stato di agitazione e affida a Usigrai un pacchetto di 5 giorni di sciopero». (ilGiornale.it)

Tutto questo dibattere attorno all’ex premier e numero uno della Bce sembra quasi infastidirla. I giochi si decideranno soltanto poi, quando i voti saranno nero su bianco e i rapporti di forza ben definiti. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

Il caso finisce sotto i riflettori proprio nel giorno in cui la premier Meloni è arrivata nella capitale europea per il vertice dei capi di Stato e di governo dei 27 che prosegue e si chiude oggi. Telemeloni non è un caso solo italiano, se ne deve occupare l’Europa. (il manifesto)

Fuori di formalità e giri di parole, il sindacato della Rai, a maggioranza di sinistra, si fa partito lui stesso e scende in campo contro il governo in piena campagna elettorale. In gergo si chiama «soccorso rosso», cioè l'unione di forze diverse (giornalismo, magistratura, politica) per combattere un nemico comune. (ilGiornale.it)