La (in)sicurezza sul lavoro e il “fallimento del mercato”

L'HuffPost INTERNO

(a cura di Claudio Correzzola, Segretario generale della FLEPAR/INAIL) La prevenzione degli infortuni si può riassumere in quattro parole: rallenta, osserva, pensa, agisci. Chiunque ha lavorato in cantiere lo sa. Ma allora perché continuiamo ad avere settecentomila infortuni e oltre mille morti l’anno? Perché sul lavoro alle persone non viene data la tranquillità per rallentare, osservare e pensare prima di agire. (L'HuffPost)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Massimo Romagnoli, Presidente della V Commissione CGIE “Promozione del Sistema Italia all’Estero” e imprenditore, che ha deciso di condividere la sua esperienza in un momento in cui la sicurezza sul lavoro è diventata una questione sempre più prioritaria. (StrettoWeb)

Termoli Tratteremo, con la massima sintesi e semplicità possibile, argomenti e curiosità, legati alla nostra ed altrui sicurezza, alla prevenzione, alla conoscenza tecnica e delle normative. Al termine dell’articolo troverete i link delle puntate precedenti. (Termoli Online)

Basta! In tutti e tre i casi i lavoratori sono “morti di appalto”. Ma questa volta scrivo, perché non sono mai stato così indignato. (CittaDellaSpezia)

Secondo i dati Inail nei primi quattro mesi del 2024 sono stati 119 i morti sul lavoro, mentre gli infortuni 92.711 (il 7,4 in più rispetto al 2023). Esplosione Bargi, Littizzetto e le morti sul lavoro: "La letterina che non avrei mai voluto scrivere" (Repubblica TV)

Fino a qui abbiamo analizzato i numeri in valore assoluto. Un altro modo per capire come sono cambiati nel tempo gli infortuni sul lavoro è quello di rapportare il numero di morti e il numero degli occupati dai 15 anni in su. (Pagella Politica)

«Oggi non è possibile, né accettabile morire di lavoro o per lavoro; bisogna cancellare il luogo comune che il lavoro equivalga a infortunio», afferma l’On. (Normanno.com)