Il medico rianimatore: “Aria, cibo, acqua e compagnia. Così si può resistere per giorni”

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«Una sacca d’aria dove respirare e una temperatura non eccessivamente fredda. Magari anche dell’acqua e del cibo, e la compagnia di altre persone». È questo che, secondo Andrea Scapigliati, professore aggregato dell’Istituto di Anestesiologia e Rianimazione dell’Università Cattolica - Policlinico Gemelli di Roma, avrebbe consentito alle vittime del... (La Stampa)