Blogger russo fa morire di fame il figlio: "Si può nutrire solo di respiro solare"

La Gazzetta dello Sport ESTERI

Un blogger e influencer russo è stato condannato a otto anni di prigione per aver lasciato morire di fame e stenti il figlio di appena un mese cercando di nutrirlo con il respiro e la luce solare. L'assurda storia risale a un anno fa ed è stata portata alla luce dal DailyMail in questi ultimi giorni, in corrispondenza della condanna di Maxim Lyutyi di 44 anni. Inizialmente il blogger aveva respinto le accuse cercando di far ricadere la colpa sulla compagna, Oxana Mironova, 34 anni, sostenendo che soffrisse di una carenza di ferro capace di provocare la morte del bambino. (La Gazzetta dello Sport)

Se ne è parlato anche su altri media

Sono stati pochi i giornali che hanno dato correttamente la notizia della tragica morte di Kosmos, il figlio di un mese di Maxim Lyutyi che al momento è sotto indagine nel suo paese con l’accusa di grave negligenza nei confronti del neonato. (Vegolosi.it)

Condividi l'articolo L’influencer russo credeva nella dieta vegana pranica Un influencer russo, Maxim Lyutyi, è stato condannato a otto anni di prigione per la morte del figlio di un mese. (LaScimmiaPensa.com)

Di: Redazione Sardegna Live Sui social è conosciuto perché promuove uno stile di vita vegano e crudista. Ora l’influencer russo Maxim Lyutyi è stato arrestato con l’accusa di aver lasciato morire di fame il figlioletto Kosmos di appena 30 giorni. (Sardegna Live)

L’episodio risale al marzo scorso, quando Maxim Lyutyi e la moglie Oxana Mironova si erano recati d’urgenza in ospedale a Sochi per l’aggravarsi delle condizioni di salute del figlio. Le indagini e l'arresto (Virgilio Notizie)

Il piccolo è morto di fame a causa dell’ideologia del padre, che voleva nutrirlo di energia. (Gambero Rosso)

E alla fine, come era facile prevedere, il piccolo di appena 30 giorni, è deceduto. Responsabile della morte il padre Maxim Lyutyi, 44 anni, influencer molto popolare in Russia, proprio per le sue teorie green e di armonia con la natura. (Corriere della Sera)