Padiglione di Israele, l'artista Ruth Patir dà lo stop: chiuse dentro le sue dee arcaico-futuriste. Come gli ostaggi a Gaza

Getting your Trinity Audio player ready... Alla fine, a chiuderlo è stata la stessa artista e le sue curatrici: tutte israeliane. Parliamo del Padiglione di Israele, su cui si era appuntata l’attenzione dell’intero sistema dell’arte internazionale e del mondo della cultura in seguito all’appello, lanciato da Art Not Genocide Alliance (ANGA) e firmato da migliaia di artisti e intellettuali di tutto il mondo (tra gli altri, Nan Goldin e Martin Parr), che ne chiedevano a gran voce l’esclusione in conseguenza della scellerata guerra assassina di Netanyahu contro la popolazione inerme di Gaza, seguita a sua volta all’orrendo massacro di ragazzi e civili israeliani da parte di Hamas il 7 ottobre 2023 (qua e qua avevamo documentato le voci favorevoli e contrarie al boicottaggio). (Artuu)

Su altre fonti

«Qui non si boicotta nessuno», dice Pietrangelo Buttafuoco all’apertura ufficiale della 60esima Mostra Internazionale d’Arte di Venezia, un discorso dai toni alti cui non eravamo abituati. Eppure, a poca distanza, un gruppo di manifestanti, saranno state un centinaio di persone, hanno inscenato una manifestazione di fronte al Padiglione d’Israele al momento ancora chiuso, raggiungendo gli spazi di Stati Uniti e Germania. (Liberoquotidiano.it)

Del resto il nuovo presidente della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco, ieri lo ha detto chiaramente: «Il padiglione di Israele che decide di non aprire, nell'assoluto della verità capovolge l'atto estremo dell'artista nel mettersi in opera al servizio della verità: il cessate il fuoco. (ilGiornale.it)

Niente può continuare a essere come prima. La vita si è interrotta in Israele. (la Repubblica)

La pratica, tradizionale del ricamo e della tessitura collettiva, che era stata abbandonata con l’urbanizzazione, è tornata al centro della vita di molte persone. Così come quella, altrettanto sociale, dell’augurio e del saluto, che comprende ora, dopo l’inizio dei bombardamenti russi nel febbraio del 2022, “passa una notte tranquilla”. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

Ma il padiglione aperto nel 1914 su progetto di Aleksei Shchusev, architetto dello zar poi alla corte di Stalin, non è rimasto chiuso, come lo era stato nel 2022, dopo che il curatore Raimundas Malasauskas e gli artisti Aleksandra Sukhareva e Kirill Savchenkov si erano dimessi in segno di protesta per "questa guerra politicamente e umanamente intollerabile". (Adnkronos)

VENEZIA. A innescare l'incendio, la decisione che sulla carta avrebbe dovuto spegnere ogni polemica, vale a dire quella presa dagli artisti israeliani di … (La Stampa)