Iniziativa studenti 'difendiamo libertà dell' informazione'

Il Messaggero Veneto INTERNO

Questa mattina, studenti e studentesse hanno esposto, nelle scuole e nelle università di tutto il Paese, cartelloni e striscioni in difesa della libertà di informazione. La Rete degli Studenti Medi e l'Unione degli Universitari denunciano "la grave repressione che il Governo sta tentando di mettere in campo nei confronti dell'informazione. Dall'introduzione di pene detentive per il reato di diffamazione all'eliminazione della par condicio nei dibattiti Rai fino alla trasmissione dei comizi sui canali del servizio pubblico senza contraddittorio. (Il Messaggero Veneto)

Se ne è parlato anche su altri media

Una decisione spettacolare che fa seguito alle polemiche di questi giorni e all’uscita di Amadeus da Viale Mazzini che suscitano naturalmente una «fortissima preoccupazione» e che si riassumono così: «Mentre da un lato si registra la fuga di alcuni dei volti noti della Rai verso altri competitor - con inevitabili ripercussioni anche sugli ascolti e sui bilanci aziendali - dall’altro non si difende l’autonomia del Servizio Pubblico dalla politica». (ilGiornale.it)

In gergo si chiama «soccorso rosso», cioè l'unione di forze diverse (giornalismo, magistratura, politica) per combattere un nemico comune. I giornalisti della Rai hanno proclamato cinque giorni di sciopero per «non essere ostaggi dei partiti». (ilGiornale.it)

Telemeloni non è un caso solo italiano, se ne deve occupare l’Europa. Il caso finisce sotto i riflettori proprio nel giorno in cui la premier Meloni è arrivata nella capitale europea per il vertice dei capi di Stato e di governo dei 27 che prosegue e si chiude oggi. (il manifesto)

Tutto questo dibattere attorno all’ex premier e numero uno della Bce sembra quasi infastidirla. (Adnkronos) – Non apre e non chiude, semplicemente si sfila. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)

"La Rai ostaggio dei partiti”. Che contesta, spiega una nota, "la volontà di trasformare il servizio pubblico nel megafono dei partiti, e all'azienda gli accorpamenti di testate calati dall'alto che svuoterebbero Radio1 della sua vocazione all news, la mancata volontà di indire una selezione pubblica per sostituire gli oltre 100 colleghi usciti dalla Rai negli ultimi anni, il mancato rispetto degli accordi sindacali sugli organici nella Tgr, l'assenza di risorse per stabilizzare i precari che lavorano nelle reti, i tagli alle troupe e la disdetta da parte del vertice del premio di risultato". (la Repubblica)

«Rai megafono dei partiti», tuona un comunicato dei cdr. (La Stampa)