Alessandro Michele da Valentino: cosa ci aspettiamo?

L'annuncio del nuovo ruolo di Alessandro Michele apre subito a ipotesi e fantasie: come sarà il suo Valentino? Proviamo a rifletterci insieme. C'è una cosa che il mondo della moda sa fare molto bene nei minuti che seguono un annuncio: fare pronostici. Tanti sono sicuramente non richiesti, molti hanno un tono perentorio, altri ancora sono esagerati e lontani anni luce dalla realtà, ma la voglia di dare spazio e forma all'immaginazione che una grande annuncio può scatenare è difficile da tenere a bada. (Grazia)

Se ne è parlato anche su altri media

In realtà, basta fare un salto nel passato, agli archivi della maison disegnati dallo stesso Valentino Garavani, per rendersi conto dello straordinario decorativismo delle collezioni; esotismo, romanticismo, sogno, orientalismo, dettagli preziosi e sofisticatissimi, sono tutti elementi che ritroviamo sia nelle collezioni storiche di Valentino Garavani ma anche in quelle di Gucci di Alessandro Michele, seppur interpretate in chiave contemporanea tra geek-core e gender-fluid. (Whoopsee)

Dopo l’ufficializzazione di Alessandro Michele alla direzione creativa di Valentino, la domanda che circola tra gli addetti ai lavori è solo una. Come può coesistere il suo stile citazionista, ricco di riferimenti culturali, con la sobrietà elegante e colorata di Pierpaolo Piccioli e l’imprinting sartoriale di Valentino Garavani? Parliamoci chiaro: nell’ultimo anno il nome di Michele è circolato quasi a ogni cambio di direzione creativa. (laconceria.it)

“È per me un grandissimo onore essere accolto da Valentino. Sento l’immensa gioia e l’enorme responsabilità nel fare l’ingresso in una maison de couture che ha inciso la parola ‘bellezza’ in una storia collettiva fatta di ricercatezza ed estrema grazia. (la Repubblica)

Michele è stato direttore creativo di Gucci per sette anni, dopo aver scalato tutti i ruoli all'interno del brand della doppia g. La nomina operativa da martedì 2 aprile, ma Valentino non presenterà né la collezione uomo a Milano né la haute couture. (TGR Lombardia)

Un punt… (Repubblica Roma)

Perché oggi, lo abbiamo detto, il problema della Moda è proprio questo, designer contemporanei che devono misurarsi con il pas… (La Stampa)