Stellantis: ecco il piano per la Gigafactory in Italia

SicurAUTO.it ECONOMIA

LE TEMPISTICHE DELLA RICONVERSIONE: IL FUTURO DELLA GIGAFACTORY ITALIANA DI STELLANTIS DIVENTERA’ REALTA’ IN POCHI ANNI. I tempi del programma di conversione della Gigafactory di Stellantis sono stati annunciati da un comunicato stampa di alcune sigle sindacali.

La Gigafactory di Stellantis, infatti, non sarà il solo stabilimento dedicato alla produzione di batterie in Italia

La riconversione verso l’elettrico, infatti, comporta la necessità di incrementare la produzione di batterie e in Italia potrebbero sorgere diversi impianti. (SicurAUTO.it)

Ne parlano anche altre fonti

Si devono individuare da subito i percorsi di formazione professionale che permettano ai lavoratori che oggi fabbricano prodotti che diverranno obsoleti, di avere un posto di lavoro produttivo e non assistito anche nel futuro», concludono Roberto Di Maulo e Giovanni Mercogliano La svolta di Rivolta del Re, «Tutelare il cambiamento professionale a Termoli». (Termoli Online)

La gigafactory italiana, che avrà una capacità industriale di 40 gigawatt/ora, potrà iniziare la sua attività nel 2026. A regime, entro il 2030, gli occupati saranno 2mila, mentre, fino a quella data e per tutta la fase transitoria, sono previsti corsi di formazione e ammortizzatori sociali. (ilGiornale.it)

Quindi, un anno dopo inizierà la produzione del primo modulo. Tra due anni inizierà la prima fase della conversione e il passaggio di parte del personale alla Acc. (Quattroruote)

Oltre al risultato eccezionale per il comparto economico e energetico, le promesse di Stellantis sono importanti anche per i lavoratori attualmente impiegati nello stabilimento che verrà riconvertito. Stellantis, Occhionero (Italia Viva): Gigafactory è il futuro del Molise. (Termoli Online)

Tira aria di esuberi e tanta cassa integrazione. «Spenta l'euforia della festa, ieri Stellantis comunica ai sindacati firmatari di contratto interno le intenzioni per la nuova produzione Gigafactory . (Termoli Online)

Per risolvere questi problemi i prossimi incontri dovranno coinvolgere la joint venture subentrante ACC e poi naturalmente le Istituzioni locali e nazionali Infine chiediamo un’intesa che offra la massima tutela possibile in termini di continuità normativa e salariale per tutti i lavoratori coinvolti. (Il Messaggero - Motori)