Gli ospedali sono dei fortini per Hamas

Italia Oggi ESTERI

Giovedì 21 marzo. Secondo un portavoce militare israeliano, mentre le operazioni erano ancora in corso, nel secondo attacco al complesso ospedaliero al-Shifa di Gaza City, erano stati uccisi 140 terroristi. E i media non si accorgono del significato della notizia. Se quei terroristi sono stati uccisi dentro il complesso ospedaliero, è segno che il complesso ospedaliero era stato da loro trasformato in obiettivo militare legittimo. (Italia Oggi)

Su altre testate

Lo ha detto il portavoce militare Daniel Hagari sottolineando che Tabat "era nella top ten" di Hamas e "vicino al leader Yahya Sinwar" e "al capo delle Brigate Mohammed Deif". Hagari ha anche detto che "c'erano 1.250 persone nell'ospedale di Shifa, inclusi 900 sospetti, tra cui abbiamo identificato 513 terroristi". (Tiscali Notizie)

Inoltre, secondo il portavoce, sono stati catturati centinaia di membri di Hamas e della Jihad islamica. Lo ha reso noto il portavoce militare israeliano, secondo cui nuovi scontri a fuoco sono avvenuti ieri con terroristi appostati "all'interno e nelle vicinanze dell'edificio del Pronto soccorso". (Alto Adige)

In Medio Oriente si continua a combattere nonostante la risoluzione dell’Onu, mentre si bloccano le trattative per il rilascio degli ostaggi. E si accende di nuovo il fronte del Libano. Servizio di Massimiliano Cochi. (TV2000)

Gaza, raid di Israele a Rafah: almeno 4 morti 27 marzo 2024 (Il Sole 24 ORE)

Almeno quattro palestinesi sono stati uccisi in un attacco aereo israeliano che ha colpito Rafah, nel Sud di Gaza. I corpi sono stati portati all’ospedale Abu Youssef al-Najjar. L’esplosione ha raso al suolo un edificio abitato e secondo i residenti più di dieci persone sono rimaste intrappolate sotto le macerie. (LAPRESSE)

Gli Stati Uniti stanno indagando per valutare se Israele abbia violato o meno la legge internazionale di guerra. I Paesi che ricevono armi dagli Usa si devono attenere al diritto internazionale e non devono bloccare le attività umanitarie. (La Stampa)