Coronavirus, Pil ancora più basso delle stime: calano il lavoro e la domanda interna – L’infografica

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«La stima completa dei conti economici trimestrali conferma la portata eccezionale della diminuzione del Pil nel primo trimestre con flessioni mai registrate dal primo trimestre del 1995 (inizio delle serie storiche, ndr)», commentano dall’Istat.

Di media, il Pil dei Paesi dell’area Euro è diminuito del 3,8% rispetto al trimestre precedente, e del 3,2% nel confronto con il primo trimestre del 2019.

Ora le stime scendono ancora. (Open)

Su altri giornali

Si registra un calo contenuto delle aspettative sulle vendite, dopo la caduta subita lo scorso marzo. E’ la fotografia scattata dall’Istat che sottolinea come le imprese, si rilevano livelli bassi di fiducia soprattutto nei servizi di mercato mentre la manifattura evidenzia una maggiore tenuta. (QuiFinanza)

In particolare, si registra una diminuzione del 24,8% per le attività dei servizi di alloggio e ristorazione, del 6,4% per il trasporto e magazzinaggio, del 6,0% per il commercio all'ingrosso, commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli e del 2,0% per le agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese. (Rai News)

(Teleborsa) - Attesa in frenata l'inflazione in Francia ad aprile. Su mese la variazione è nulla come il precedente. (Il Messaggero)

Nella manifattura, l'indice di fiducia registra una flessione relativamente più contenuta, passando da 87,2 a 71,2, mantenendosi comunque su livelli storicamente bassi.Per quanto attiene alle componenti dell'indice di fiducia, nell'peggiorano, rispetto a marzo 2020, i giudizi sugli ordini mentre le scorte di prodotti finiti sono giudicate in accumulo; le attese di produzione subiscono un'ulteriore diminuzione. (Il Messaggero)

Un’indagine dell’Istat, nata dalla necessità di disporre con urgenza studi epidemiologici e statistiche sullo stato immunitario della popolazione, che si effettua con un semplice prelievo di sangue, anche a domicilio, eseguito dai volontari della Croce Rossa. (Maria Luisa Saponara)

I comparti maggiormente coinvolti sarebbero quelli dell’alloggio e ristorazione (11,3%, pari a 139 mila occupati, di cui 22 mila non regolari), commercio, trasporti e logistica (2,7%, 92 mila occupati, di cui poco più di 5 mila non regolari) e i servizi alla persona (1,2%, 45 mila occupati, di cui più di 8 mila non regolari). (LiberoQuotidiano.it)