Assange, no all’estradizione, per ora. La sentenza dell’Alta Corte di Londra: «Gli Usa diano garanzie»

Corriere della Sera ESTERI

Di Marta Serafini Caso Assange: oggi l’Alta Corte di Londra ha concesso l’appello contro l’estrazione negli Stati Uniti del cofondatore di WikiLeaks Si salva per il momento dall’estradizione negli Stati Uniti Julian Assange . O quanto meno ottiene il diritto di provare a rimandarla. L’Alta Corte di Londra ha accolto la richiesta del fondatore di WikiLeaks affermando che gli Stati Uniti devono dare maggiori garanzie. (Corriere della Sera)

La notizia riportata su altre testate

Dopo aver esaminato le critiche a quelle obiezioni, che gli USA dovranno poi depositare entro il 14 maggio. Dopo aver esaminato le obiezioni all’attendibilità di quelle garanzie, che gli avvocati di Julian dovranno presentare entro il 30 aprile; (L'INDIPENDENTE)

La caccia al giornalista e caporedattore di WikiLeaks dura da più di 15 anni, reo di aver diffuso documenti pesantissimi sugli affari statunitensi. Il giornalista australiano dovrà dunque aspettare la prossima udienza, il 20 maggio, per conoscere il suo destino. (Radio Radio)

L'ultima carta di una partita lunghissima che potrebbe consentire a Julian Assange di sfuggire all'estradizione negli Stati Uniti - che da quasi 15 anni danno la caccia al giornalista australiano e cofondatore di WikiLeak per aver diffuso documenti top secret del Pentagono e del Dipartimento di Stato contenenti rivelazioni imbarazzanti - la gioca l'Alta Corte di Londra consentendo ad Assange di presentare un nuovo ricorso contro l'estradizione. (ilGiornale.it)

La pubblicazione da parte sua nel 2010 di un cospicuo faldone di documenti diplomatici statunitensi riguardanti le guerre in Iraq e in Af… (La Stampa)

Il giornalista australiano e cofondatore di WikiLeaks, 52enne, è stato incriminato negli Stati Uniti per 17 capi di accusa. I due giudici dell’Alta corte britannica pronunceranno il verdetto, nel quale si chiarirà se sarà riaperto il processo oppure se sarà negato ogni ulteriore ricorso che quindi aprirà la strada all’estradizione negli Stati Uniti. (Corriere TV)

Ma non è nemmeno il peggiore possibile… temevamo l’estradizione, e credo questo verdetto segni un cambiamento, dovuto anche alla persistenza delle campagne per la liberazione di Julian. La pressione serve, non possiamo mollare”. (Il Fatto Quotidiano)