Il David di Donatello. Statuetta per i costumi - Grosseto

Sergio Ballo e Daria Calvelli hanno vinto il David di Donatello per i migliori costumi del film "Rapito" di Marco Bellocchio e la notizia è stata accolta con entusiasmo anche a Pitigliano, paese in cui Ballo vive. Del suo premio vanno fieri gli abitanti della città del tufo, quelli con cui Ballo ha stretto rapporti di amicizia. "Siamo orgogliosi – dice il sindaco Giovanni Gentili –. E’ un grande orgoglio avere tra i nostri concittadini una persona con un così grande talento e a lui vanno i miei più sinceri complimenti". (LA NAZIONE)

Ne parlano anche altre fonti

Roma, 6 mag. (Agenzia askanews)

Una scelta che ha infastidito non poco il vincitore. Dopo aver esultato, Ballo ha gettato in terra il cappotto e poi ha preso la parola, andando ben oltre i 45 secondi concessi. (Repubblica TV)

Una premiazione che Carlo Conti ha cercato di rendere inutilmente smart, anche bloccando Alessia Marcuzzi in versione madrina di battesimo, ma che resterà indelebile per le scelte inadeguate, a cominciare da Fabrizio Biggio . (Gazzetta del Sud)

Un po’ perché li avevano messi sulla scala come Wanda Osiris – diceva lui – un po’ perché c’era una statuetta sola per due premiati, da pezzenti, un po’ perché il sionismo e l’antisemitismo eccetera. Alberto Piccinini: Devo essere sincero, ho un ricordo confuso del momento in cui Sergio Ballo, il costumista di Bellocchio premiato per Rapito, ha fatto la pazza ai David l’altra sera. (Rolling Stone Italia)

E lo fa grazie alle cinque statuette per il film ’Rapito’ di Marco Bellocchio, il presidente della nostra Cineteca, che nella vicenda di un giovane ebreo di Bologna rapito dalla casa di famiglia dai soldati papali nel 1858, cui fece seguito il suo trasferimento a Roma sotto la custodia di papa Pio IX per esser allevato come cattolico, vide già dal 2020 la storia ideale per un film. (il Resto del Carlino)

La protesta del costumista Sergio Ballo Il primo a protestare, in diretta tv, era stato Sergio Ballo, costumista insieme a Daria Calvelli, per Rapito, il film di Marco Bellocchio. (la Repubblica)