Evergrande sarà un duro colpo per la Cina ma non è la nuova Lehman

L'HuffPost ECONOMIA

No, il crac di Evergrande non è una nuova Lehman Brothers.

“Il caso non solo di Evergrande ma di tutto il settore immobiliare cinese”, spiega Amighini, “nasce nel 2009

Ma sono tanti gli aspetti che portano a escludere una nuova Lehman in salsa cinese se la società immobiliare, come molti ormai sono convinti, dovesse andare gambe all’aria.

Evergrande invece è una società immobiliare.

Evergrande, d’altro canto, è la seconda società immobiliare cinese, possiede più di 1300 progetti immobiliari in oltre 280 città, e ha sette sussidiarie impegnate in altri settori come veicoli elettrici, servizi sanitari, tv. (L'HuffPost)

La notizia riportata su altri media

Il gigante immobiliare cinese ha annunciato di aver raggiunto un accordo con gli obbligazionisti per pagare gli interessi sul debito. (La Tribuna di Treviso)

Dopotutto, Evergrande non sarebbe (forse) la Lehman Brothers cinese, definizione ripresa da diverse testate finanziarie mondiali. Evergrande, la spina nel fianco delle obbligazioni offshore. Ma torniano alla domanda: quanto giustificato è il timore che Evergrande sia già o diventi la Lehman Brothers della Cina? (Finanzaonline.com)

Il mondo teme che la Cina abbia il suo “Lehman Brothers moment”. Questa caduta è voluta proprio dalle autorità cinesi, le quali hanno chiuso i rubinetti della liquidità a Evergrande all’inizio del mese. (InvestireOggi.it)

C’è il rischio concreto che il governo di Pechino non faccia nulla per Evergrande e resti altrettanto immobile per tutte le altre grandi sull’orlo del fallimento. Dopo il panico che si è registrato nella giornata di ieri, oggi i mercati stanno riflettendo sul da farsi. (Cryptonomist)

Non è questo il caso, secondo gli analisti di S&P Passano le ore, ma di interventi salvavita per strappare dal baratro dell'insolvenza il gruppo di Shenzen ancora non se ne vedono. (ilGiornale.it)

(LaPresse) – “Al settore produttivo del prosecco ribadisco settore ribadisco il mio impegno e tutte le nostre forze ed energie per bloccare una errata e assurda decisione che penalizza e mortifica i produttori”. (LaPresse)