Stop benzina-diesel nel 2035: l’Italia dice ufficiamente no

QuiFinanza ECONOMIA

A spiegare ufficialmente la posizione italiana è stato il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti , che ne ha parlato durante il question time alla Camera.

Giorgetti era stato ancora più esplicito, dichiarando che “devono proseguire ricerca e sviluppo su altri combustibili non fossili, sui quali le nostre imprese stanno facendo investimenti importanti”.

Non bisogna perciò secondo il ministro cadere “in trappole ideologiche”, perché “non serve all’ambiente, alle nostre imprese e ai consumatori”

Dunque l'Italia non sarebbe ancora pronta a far scomparire le vetture endotermiche dai concessionari fra poco più di 13 anni. (QuiFinanza)

Se ne è parlato anche su altri media

E quindi si tratta di una misura rivolta alla riduzione delle emissioni inquinanti e parzialmente impattante sul sistema produttivo nazionale L’incentivo dell’ecobonus auto è stato attivato per produrre benefici ambientali e per sostenere il comparto. (Il Fatto Quotidiano)

L’Europa dal 2035 ha decretato lo stop alla vendita di auto termiche, benzina, diesel e ibride, ma l’Italia non ci sta e dice no alle misure previste nel pacchetto “Fit for 55”. Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti è contrario allo stop della vendita di auto termiche dal 2035. (NEWSAUTO)

FIT FOR 55, FONDAMENTALE MA RISCHIOSO. “Alla luce del nuovo pacchetto climatico della Ue denominato Fit for 55, tengo a precisare che, per quanto gli obiettivi della transizione siano fondamentali. Leggi Anche: Fit for 55, il ruolo del noleggio e delle flotte aziendali. (Fleet Magazine)

Qualcuno si era sorpreso sulla posizione iniziale dell’Italia, dato che il nostro Paese non sembra ancora pronto ad affrontare la transizione. Da mesi, infatti, viene individuato nel 2035 il termine ultimo per lo stop alla vendita di auto a benzina e diesel. (QuattroMania)

Lo ha detto al question time il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti che è intervenuto sulla specifica posizione italiana nel Cop26 rispondendo a un quesito che gli è stato posto alla Camera. (Tiburno.tv)

Foto Pexels | Skitterphoto. Per l’Italia, infatti, “va considerata l’alta vocazione industriale italiana e le caratteristiche manifatturiere del nostro sistema produttivo, che rischia di essere il più esposto rispetto a quelli dei grandi competitori industriali europei”, ha spiegato Giorgetti. (Alla Guida)