Fed: tassi vicini allo zero fino al 2023

DiariodelWeb.it ECONOMIA

In realtà, però l'aspetto più rilevante di queste previsioni riguarda quelle sui tassi che la stessa Fed stabilisce: l'istituzione non conta di alzarli dal livello attuale, vicino a zero, fino a fine 2023.

Lo scorso giugno la stessa Banca centrale Usa prevedeva un meno 6,5% sul 2020 e un più 5% sul 2021.

Mentre l'inflazione 2023 è attesa al 2% e finora, a fronte di una tale dinamica, avrebbe pronosticato dei rialzi dei tassi prima di un simile rialzo. (DiariodelWeb.it)

Se ne è parlato anche su altre testate

Così a fine seduta l'Indice Nikkei ha archiviato la giornata con un calo dell 0,67% a 23.319,37 punti. Fed e Boj raffreddano il mercato, Nikkei chiude in calo. Chiusura in calo per la Borsa di Tokyo al termine di una seduta condizionata dagli annunci delle banche centrali. (Il Sole 24 ORE)

b) I tassi non verranno rialzati almeno sino a quando ci sarà di nuovo piena occupazione ovvero secondo le loro inutili previsioni sino al 2025. c) NESSUNA ripeto NESSUNA possibilità di raggiungere l’obiettivo del 2 % sull’inflazione, almeno sino al 2023. (Finanza.com)

La Banca centrale del Giappone ha mantenuto oggi il suo tasso di interesse chiave a breve termine. Alle ore 7:15 italiane il Nikkei cede lo 0,6%, l'Hange seng perde l'1,4% e così anche Shanghai. (Milano Finanza)

Le proiezioni rivelano che i componenti del comitato di politica monetaria non considerano davvero possibile che una delle due condizioni per un rialzo del costo del credito - un’inflazione al 2% che punti con decisione verso l’alto - sia soddisfatta nel 2023 (Il Sole 24 ORE)

I contratti sul Brent consegna novembre sono in calo dell'1,6% a 41,54 dollari mentre il Wti cede l'1,74% a 39,46 dollari al barile. L'effetto Fed, che non ha annunciato nuove misure, si vede anche sul dollaro, che dopo la recente debolezza ha ripreso la via del rialzo contro le principali valute. (Il Sole 24 ORE)

Previsti in calo di una quota compresa tra il -0,85% e il -1% i futures degli indici americani. In passato, la prospettiva di tassi bassi per un lungo periodo di tempo ha stimolato più volte l'acquisto di azioni. (Milano Finanza)