Medicina: da Ferrara un nuovo metodo per valutare il ritorno venoso cerebrale

Secondo l'autore, questa nuova valutazione potrebbe avere un potenziale utilizzo nelle malattie neurovascolari, neurocognitive, neurosensoriali, e neurodegenerative.
Trieste, (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere) E' stato pubblicato sul sito della rivista scientifica Behavioural Neurology un articolo (tutorial) intitolato "Why current doppler ultrasound methodology is inaccurate in assessing cerebral venous return. the alternative of the ultrasonic jugular venous pulse" (Perché l'attuale metodologia ecodoppler è imprecisa nel valutare il ritorno venoso cerebrale. L'alternativa del polso giugulare venoso ultrasonico).

Secondo il professor Paolo Zamboni dell'Università di Ferrara, la ricerca sulla modalità fisiologica del ritorno venoso cerebrale è un argomento di crescente interesse anche per le potenziali applicazioni in diverse malattie neurovascolari e neurodegenerative. La non invasività dell'ampiamente diffuso ecodoppler (DUS) è molto interessante per proporlo come strumento di screening. Tuttavia, sia la valutazione del flusso qualitativa e quantitativa delle principale via di deflusso extracranico sono influenzate dalla scarsa riproducibilità e dalle significative differenze nei risultati confrontando gli studi in letteratura. Le meta-analisi del protocollo DUS qualitativo, proposto inizialmente per rilevare una condizione chiamata insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI) dimostrano una grande eterogeneità tra gli studi. Nel tentativo di migliorare la precisione, alcuni autori hanno alternativamente proposto la quantificazione del flusso, basata sul calcolo automatico del prodotto della velocità media temporale con l'area della sezione trasversale (CSA). Tuttavia, anche i protocolli di quantificazione mostrano differenze significative tra gli studi e attualmente non consentono di misurare il deflusso con la necessaria precisione. I motivi della inesattezza della valutazione ECD del flusso venoso sono: a) la misura automatizzata della CSA della vena giugulare ellittica assimilandola ad un cerchio; b) l'uso solo di un singolo valore della CSA mentre la vena giugulare è un vaso pulsatile con significative variazioni della CSA lungo il ciclo cardiaco; c) valutazione temporale della velocità media solo quando il regime di flusso è laminare. Infine, il tutorial descrive calcolo ecografico alternativo del flusso secondo il metodo Womersley, che tiene conto della variazione straordinaria della CSA attraverso la valutazione ecografica del polso venoso giugulare. Nel prossimo futuro, sarà possibile sincronizzare l'elettrocardiogramma con il flusso cerebrale (onda di distensione carotidea) e con il deflusso (polso venoso giugulare) in modo da avere esattamente un'immagine ecografica non invasiva dell'asse cuore-cervello. Secondo l'autore, questa nuova valutazione potrebbe avere un potenziale utilizzo nelle malattie neurovascolari, neurocognitive, neurosensoriali, e neurodegenerative.

Fonte: http://www.hindawi.com/journals/bn/aip/693604/

COMMENTO:
Questo tutorial dimostra come gli studi contro la CCSVI nella SM fossero scientificamente inaccurati. Tutto viene dimostrato con dati scientifici alla mano. Nella parte finale, il tutorial mostra invece come possa essere più accurata la metodica del polso giugulare ecografico che si sta sviluppando a Ferrara.
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