Meritocrazia Italia: i ‘gettonisti’ non siano la risposta alle croniche inefficienze del SSn

Meritocrazia non condivide comunque iniziative volte a vietare ai Direttori Generali delle ASL il ricorso ai ‘gettonisti’, il rinnovo o la durata dei loro contratti, specie quando l’alternativa è tra l’uso dei gettonisti e la chiusura un reparto
Roma, (informazione.it - comunicati stampa - politica e istituzioni)

Ancora tanta confusione sulla questione ‘gettonisti’, oggetto di strumentalizzazione politica e non sempre osservata dal corretto punto di vista.

Sono ‘gettonisti’ i medici (o altro personale sanitario) che, in regime di libera professione, vengono chiamati a svolgere turni presso reparti e strutture del SSN in carenza di organico, garantendone il funzionamento. Come espresso in precedenti comunicati, Meritocrazia Italia reputa che il loro, pur prezioso, contributo non possa costituire la soluzione strutturale fondamentale per la ripresa del SSN. La programmazione di lungo periodo nel reclutamento e l’accesso al SSN non possono prescindere dal superamento di un concorso pubblico, come previsto dall’art. 97 cost. Per questo Meritocrazia ha accolto con favore l’iniziativa del Governo di aumentare i posti alla Facoltà di Medicina e Chirurgia, pianificare i fabbisogni, sfruttare i fondi del PNRR per potenziare le strutture sanitarie, investine nel Fascicolo Sanitario Elettronico, nella telemedicina, nelle reti internet veloce che renderebbero possibili interventi di medicina a distanza.

Tuttavia, le impellenze del momento non possono attendere i tempi della formazione di nuovi giovani e che soluzioni di lungo periodo entrino a regime. È imperativo continuare a garantire assistenza alla popolazione.

Sembra necessario fare una scelta: salvaguardare il SSN pubblico e universale o chiedere alla sanità privata di sostituirsi al SSN. Un depotenziamento del SSN è inaccettabile, pur se temporaneo. La chiusura dei reparti va evitata, come va evitata la riduzione dei servizi alla cittadinanza, utilizzando ogni risorsa disponibile. Non si può negare l’evidente e importante supporto che la sanità privata fornisce alla realizzazione del diritto alla salute dei cittadini, ma l’efficacia di quella pubblica va preservata. Il grado di civiltà di un popolo si misura anche e soprattutto dalla garanzia dell’effettività dei diritti.

Del resto, la sanità privata, che risponde per forza di cose alla logica del profitto, non potrebbe mai garantire i livelli di una sanità pubblica universale e solidale.

Conseguentemente, Meritocrazia Italia ritiene indispensabile

- incentivare le assunzioni del personale medico e sanitario in generale;

- la stabilizzazione del personale precario;

- la concessione delle richieste di trasferimento del personale sanitario (che evitano dimissioni e fuga dal SSN di preziose risorse umane);

- aumentare i compensi dei professionisti sanitari;

- ridurre la conflittualità anche attraverso la “depenalizzazione dell’atto medico” e la riduzione delle ipotesi di responsabilità professionale;

- ricorrere al personale ultra-settantenne che intende continuare a prestare attività lavorativa per il SSN;

- individuare percorsi e soluzioni in grado di ridurre il rischio bornout;

- attivare i “gettonisti” solo in caso di necessità comprovata.

Ciò detto, Meritocrazia non condivide comunque iniziative volte a vietare ai Direttori Generali delle ASL il ricorso ai ‘gettonisti’, il rinnovo o la durata dei loro contratti, specie quando l’alternativa è tra l’uso dei gettonisti e la chiusura un reparto (in alcuni casi intere strutture sanitarie). Si auspica maggiore equilibrio nella gestione di una risorsa, quella dei ‘gettonisti’, della quale non è opportuno abusare, anche per scongiurare effetti distorsivi nel comparto salute, ma che va valorizzata per l’insostituibile contributo che fornisce al SSN.

Stop war.

Roma, lì   09/04/2024                      

Meritocrazia Italia 

Il Presidente Walter Mauriell

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