Teatro Comunale PORDENONE - MITTELFEST 2012- DIVINA COMMEDIA, Regia Eimuntas Nekrošius. Giovedì 19 luglio 2012.

La Divina Commedia con gli occhi di un bambino
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Teatro Comunale PORDENONE - MITTELFEST 2012-
DIVINA COMMEDIA
Regia Eimuntas Nekrošius.
Giovedì 19 luglio 2012.

Scene Marius Nekrošius.
Con Rolandas Kazlas, Vaidas Vilius, Darius Petrovskis, Simonas Dovidauskas, Marija Petravičiūté, Beata Tiškevič, Julija Šatkauskaité, Ieva Triškauskaité, Milda Noreikaité, Pijus Ganusauskas, Vygandas Vadeiša, Paulius Markevičius, Audronis Rūkas, Remigijus Vilkaitis.
Costumi Nadežda Gultiajeva.
Musiche Andrius Mamontovas.
Una produzioneCompagnia Meno Fortas in collaborazione con Teatro Pubblico Pugliese, Ministero della Cultura Lituano e Aldo Miguel Grompone, Roma.

La Divina Commedia con gli occhi di un bambino.

Dopo la prima mondiale del 22 e 23 maggio scorsi al Teatro Verdi di Brindisi "La Divina Commedia" di Eimuntas Nekrosius è arrivata al Mittelfest di Cividale, in scena al Verdi di Pordenone, giovedì 19 luglio.
Quattro ore e mezza di questo spettacolo tratto dall’Inferno e dal Purgatorio: una operazione comunque di grande coraggio, per la difficoltà a portare in scena il capolavoro dantesco e per la "durezza" della lingua usata (il lituano).
Operazione riuscita solo in parte: indubbiamente siamo davanti ad una interpretazione difficile ed originale non solo su Dante, ma anche sui temi della creazione, della vita e della morte.
“Quel che voglio sperimentare è se sia possibile tradurre la Divina Commedia in un linguaggio teatrale umano”, afferma il regista lituano nella introduzione di uno spettacolo che sembra voler porre l’accento innanzitutto sullo stupore e sulle straordinarie capacità immaginifiche del Poeta, sul suo "viaggio" nella conoscenza e nella consapevolezza.
Assieme a Dante e Virgilio anche il regista intraprende dunque il viaggio, consapevole che colà le parole non bastano: ecco allora Dante con in mano il libro perchè la immaginazione travalica la realtà.
Nekrošius avverte questa difficoltà e la spinge in avanti creando un dialogo tra letteratura e teatro, cioè tra ieri e oggi, tra fantasia e realtà. La musica, anche in diretta (un pianoforte in scena) trasmette stati d’animo di speranza ed un "postino" fa da ponte tra vivi e morti, tra attori e spettatori

Di necessità, solo alcuni canti trovao spazio in scena ma nulla resta trascurato a livello di sentimenti ed immagini, cioè poesia.
Su tutto infatti la nostalgia della vita e dell'amore che il regista declina in pietà (immensa la scena di Paolo e Francesca): le anime dell’Inferno invocano Dante mostrando cartelli di emergenza.
Il Poeta si immedesima con loro, si trasfigura e commuove fino all'estremo, ma è pur sempre presente: si rivolge all’Italia come a una gentile e misericordiosa giovinetta, si prende gioco del Papa, finché questi non si toglie la corona e getta la propria veste in pasto a un nugolo di pulci.

Nei panni di Dante l'attore-regista Rolandas Kazlas ci offre una recitazione piena di passione e dinamismo, a noi vicino, pur quando è raffigurato con il naso legato da uno spago....
Virgilio (Vaidas Vilius) non è solo la guida di Dante, ma anche per lui si apre un percorso di conoscenza, forte e controverso, pure molto "dinamico".
Beatrice (Ieva Triškauskaitė) è la Musa, ma ora vista come una obbediente domestica, ora come un albero di Natale coperto da una pioggia di post-it colorati, comunque sempre in scena con un nostalgico segnale (il verso acuto di un uccello marino): una creatura immaginata, da cui tutto dipende.
Beatrice e le anime sono interpretati dagli studenti della Accademia Lituana di Musica e Teatro: si scambiano i numerosi ruoli, creando un Inferno ed un Purgatorio agili e pulsanti attorno ai quali volteggia un diabolico personaggio (Audronis Rūkas) chiamato 2πR (la lunghezza della circonferenza).

Lo scenografo Marius Nekrošius dà ad Inferno e Purgatorio una consistenza materiale: uno spazio buio sul palco con una grande sfera nera ed un muro di specchi, sormontati da teli neri.
Al termine dello spettacolo Beatrice, novello ed antico ET, apre la sfera da cui esce una misteriosa luce rossa; Virgilio strappa una delle quinte e apre un varco d’uscita (la speranza?); le anime incollano sulla sfera una enorme maschera.
Per il regista una unica via d’uscita: il Paradiso ed il Volto di Cristo.
Per maggiori informazioni
Contatto
Giancarlo Garoia
RETERICERCA
Italia
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