Social Life - di Cristina Giambitto

Personaggi celeberrimi e volti noti di persone sconosciute: la contemporaneità produce un nuovo genere di “ritratto”, che nelle ultime opere di Cristina Giambitto si (ri)compone di frammenti strappati alla società urbana, in un’armonia di materia, pittura e fotografia.
Milano, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura) Il ritratto iconico come nuovo genere pittorico caratteristico del nostro tempo: un tempo in cui un semplice volto, un unico sguardo, possono raccontare in un istante l’intera storia di un personaggio. È un meccanismo artistico e insieme psicologico che funziona sia con attori e divi celebri, sia con modelle sconosciute ai più, spesso note soltanto per la loro immagine.

È l’immagine infatti, sempre più spesso, a veicolare i contenuti di una comunicazione contemporanea fortemente influenzata dai media e obbligata a ritmi rapidi, a tempi serrati. Lo aveva già intuito Andy Warhol, vero e proprio padre del ritratto iconico e grande filosofo contemporaneo del rapporto tra immagine, società e tempo. Proprio al celeberrimo pop artist, ma non soltanto a lui, rende omaggio la nuova mostra della pittrice Cristina Giambitto: nelle sue più recenti opere, infatti, ritroviamo le architetture pittoriche ortogonali di Mondrian, qui strisce di nastro di carta adesiva; lo stesso nastro - fragili lembi di collettività quotidiana - evoca la fisicità dell’arte povera di Kounellis, mentre i frammenti di immagini strappate all’attualità sociale fanno rivivere il Nouveau Réalisme di Jacques Villeglé, con i suoi affiches lacerati.

Le opere della Giambitto si compongono di infinite velature: non solo colore in senso tradizionale, bensì foto di moda, ritratti di modelle e modelli, personaggi noti e non, frammenti colorati di fogli di giornali e riviste, nastro di carta adesiva… il tutto usato in modo originalissimo: vere e proprie pennellate di colore, ora in sostituzione, ora in armonica fusione con esso. Un unico quadro si distingue nettamente dagli altri: L’"Albero della Vita” è un omaggio a Mario Schifano, ovvero l’altra faccia del Pop in Italia. Come un monolite arcaico, quest’opera così differente intende mostrarci un altro modo possibile di vivere l’esistenza, contrapponendo alla fuggevolezza dell’istante e alla lacerazione del tempo, la stabilità delle radici e la sacralità della propria esistenza.
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