International School fo Bologna: una scuola che vale un futuro

Scegliere una scuola in lingua inglese come trampolino di lancio in una società sempre più globalizzata, ampliando concretamente il raggio delle future opportunità nel mondo del lavoro. International School of Bologna – città nota nel mondo per l’Università più antica del mondo – mette il capoluogo emiliano all’avanguardia nelle politiche educative e didattiche anche della scuola dell’obbligo e secondaria.
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - istruzione e formazione) ”Perché ho scelto International School of Bologna? Perché è una struttura di eccellenza nel cuore della città con la più antica storia universitaria e che da sempre si pone all’avanguardia delle pratiche e delle politiche educative, meritandosi ampiamente l’appellativo di dotta”.

Sono le parole del nuovo Head of School di International School of Bologna, Mr. John Searle, approdato quest’anno nel capoluogo Emiliano per dirigere la scuola fondata da Esther e Lorenzo Martelli nel 2004.
Trent’anni di esperienza nell’ambito dell’educazione internazionale, Mr. John Searle è approdato alla guida di International School of Bologna lo scorso settembre. Una scelta dettata da varie ragioni, dall’eccellenza del curriculum della scuola alla dimensione di Bologna alla sua Università, con la quale il nuovo Preside conta di costruire un proficuo rapporto di collaborazione e scambio.
Un’isola di internazionalità che, attraverso l’insegnamento in lingua inglese, accompagna gli studenti dai primi anni di vita fino al conseguimento del diploma. Attraverso i tre gradi del programma International Baccalaureate, Primary Years Programme (PYP), equivalente delle scuole elementari, Middle Years Programme (MYP) per gli alunni delle scuole medie e Diploma Programme (DP) per le scuole superiori, gli studenti di International School of Bologna sono preparati a diventare cittadini della società globale, in grado di affrontarne sfide e complessità.

Un requisito fondamentale in uno scenario di crisi e difficoltà, per i giovani, di inserimento nel mondo lavorativo. Sempre di più sono infatti le aziende che si orientano verso la scelta di candidati in possesso di un fluent english: una padronanza che riguarda in modo precipuo gli ingegneri, gli informatici e i periti informatici, dato che la lingua della Rete è l’inglese, ma che diventa requisito indispensabile in tutti i settori in una prospettiva di mercato internazionale. Aumenta la richiesta di colloqui di lavoro in lingua inglese, tanto che alcune tra le più prestigiose Università (una fra tutte, il Politecnico di Milano) hanno inserito nel loro percorso accademico corsi di laurea e dottorati in lingua inglese. Ecco perché la scelta di una scuola come International School of Bologna si configura come un vero e proprio investimento sul futuro, una scommessa sicuramente vincente. Perché al di là della conoscenza approfondita dell’inglese – lingua per eccellenza dell’internazionalità, dello scambio e della rete - International School of Bologna promuove un concetto di educazione internazionale, che significa valorizzazione delle differenze, promozione di uno sguardo che abbracci diversi punti di vista, approccio open minded, un bagaglio di competenze letterarie e scientifiche improntate all’internazionalismo.
Studenti curiosi, capaci di pensiero critico, instancabili inquirers, futuri cittadini della società globale: queste le caratteristiche che fanno degli studenti di International School of Bologna degli individui capaci di una visione ampia, aperta e globale. “Gli studenti che incontro a distanza di anni fanno le cose più diverse” racconta Mr. Searle “ma hanno in comune la capacità di una prospettiva mondiale. C’è chi lavora nel campo delle energie rinnovabili, avendo approfondito il tema del climate changing, chi si occupa di ricerca medica o scientifica, ci sono musicisti di fama internazionale e architetti attenti alla sostenibilità, chi si occupa di cultura: ognuno di loro, pur con le più disparate competenze, tende a guardare il mondo nella sua globalità, ad uscire da una prospettiva recintata per considerare tutto il mondo un entusiasmante e enorme campo di possibilità”.
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