L'efficacia del trattamento nelle pazienti con carcinoma della mammella metastatico si riduce a ogni successiva linea di terapia, come dimostrato da nuovi dati

I dati sottolineano l'importanza dell'utilizzo di terapie attive prima che il carcinoma della mammella raggiunga lo stato avanzato, secondo i dati real world presentati al Congresso della European Society for Medical Oncology (ESMO) del 2016 
AUSTRIA, (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere)

I dati sottolineano l'importanza dell'utilizzo di terapie attive prima che il carcinoma della mammella raggiunga lo stato avanzato, secondo i dati real world presentati al Congresso della European Society for Medical Oncology ( ESMO) del 2016 

I risultati forniti dallo studio epidemiologico CASCADE dimostrano che l'efficacia degli agenti attivi sul carcinoma della mammella localmente avanzato o metastatico diminuisce progressivamente a ogni successivo ciclo di terapia, secondo i dati presentati al Congresso della European Society for Medical Oncology ( ESMO) del 2016.1

I ricercatori hanno raccolto dati per 443 donne, in Spagna, affette da carcinoma della mammella localmente avanzato o metastatico, per valutare l'effetto di linee di terapia successive sui tassi di risposta obiettiva (objective response rates, ORR) e sui tassi di controllo della malattia (disease control rate, DCR) per immunotipo tumorale. I tassi di risposta obiettiva e di beneficio clinico sono stati analizzati dalla prima all'ottava linea di terapia. All'aggiunta di ogni linea di terapia si è osservato un relativo declino graduale sia per quanto riguarda ORR che DCR,1 indipendentemente dalla scelta di trattamento.

Rispettivamente, nella prima e seconda linea, le pazienti con tutti gli immunotipi hanno continuato a mostrare una risposta clinicamente significativa al trattamento1 (HER2-/HR+ 40,6-10,7; triplo negativo 40,3-17,7; HER2+/HR+ 37,9-41,3; HER2+/HR- 49,1-38,2). Le pazienti con carcinoma della mammella triplo negativo hanno avuto risultati particolarmente negativi dopo linee successive di terapia, con assenza di risposta al trattamento già dalla terza linea, rispetto al 21,8% delle pazienti con carcinoma della mammella HER2-/HR+, al 24,3% delle pazienti HER2+/HR+ e al 30,8% delle pazienti HER2+/HR+. Quando le pazienti erano alla loro ottava linea di terapia, solo quelle con carcinoma della mammella HER2-/HR+ o HER2+/HR+ rispondevano al trattamento (16,7% e 14,3% rispettivamente).

"Questo studio dimostra che le pazienti con carcinoma della mammella metastatico presentano maggiori probabilità di rispondere meglio ai trattamenti delle linee precedenti di terapia. È quindi importante che gli specialisti diano priorità ai farmaci più attivi nelle linee precedenti, in quanto è più probabile che si ottengano benefici clinici più a lungo termine," commenta Javier Cortes, specialista al Dipartimento di oncologia dell'Ospedale universitario Vall d'Hebron, Barcellona, Spagna.

Un ulteriore studio presentato all'ESMO ha valutato la sicurezza di eribulina nella chemioterapia di terza linea in pazienti affette da carcinoma della mammella HER2-negativo metastatico o localmente avanzato (n=59).2 L'endpoint primario dello studio era la sicurezza e gli endpoint secondari includevano il tasso di beneficio clinico, la sopravvivenza complessiva e la sopravvivenza libera da progressione. Gli eventi avversi ematologici di grado 3 o 4 comprendevano neutropenia febbrile (n=3, 5%) e neutropenia (n=10, 17%). Gli eventi avversi non ematologici più comuni comprendevano astenia di grado 3-4, alopecia (n=3, 5%) e stipsi (n=2, 3%). È stato osservato un beneficio clinico nel 56% delle pazienti (n=33), la sopravvivenza libera da progressione mediana era 4,03 mesi (95% IC; 3,07-5,93) e dopo venti mesi il 77,8% delle pazienti era ancora in vita (n=44).2

Eribulina è attualmente indicata nell'Unione Europea nel trattamento di donne affette da carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico che abbiano manifestato progressione dopo almeno un regime chemioterapico per malattia in stadio avanzato.3 La terapia precedente deve aver previsto l'impiego di un'antraciclina e un taxano, nel contesto adiuvante o metastatico, a meno che le pazienti risultino non idonee a ricevere questi trattamenti.

Uno studio clinico di Fase II, multicentrico, a braccio singolo (MERIBEL) ha valutato eribulina come terapia di prima linea per il carcinoma della mammella HER2- metastatico resistente ai taxani.4 In un gruppo di pazienti con prognosi negativa (n=53), il tempo mediano alla progressione (time to progression, TTP) era 4,1 mesi [95% IC 3,2-6,2] e il tasso di TTP a un anno era pari al 16,2% [95% IC 7-37,5]. La sopravvivenza complessiva a un anno (overall survival, OS) era del 68,3% [95% IC 56,5-82,5] mentre la OS mediana non era stata raggiunta. Il tasso di risposta obiettiva era del 20,8% [95% IC 9,8-31,7] e il tasso di beneficio clinico pari al 26,4% [95% IC 14,5-38,3]. Gli eventi avversi più comuni di grado 3 e 4 rispettivamente erano neutropenia (18,9% e 0%), anemia (3,8 e 0%), neuropatia periferica (7,5% e 0%) ed astenia (5,7% e 0%). Una paziente ha riportato neutropenia febbrile.4

I dati presentati all'ESMO 2016, relativi a un'analisi per sottogruppi pre-pianificata dello studio 309 in pazienti (n=309) con leiomiosarcomi avanzati confermati istologicamente, non hanno dimostrato alcuna differenza di attività tra il braccio trattato con eribulina e quello trattato con dacarbazina5 La sopravvivenza complessiva mediana era 12,7 mesi per l'eribulina contro 13,0 mesi per la dacarbazina (HR=0,93 [95% IC 0,71-1,20]). Lo studio 309 è un trial randomizzato di fase 3 che confronta l'efficacia e la sicurezza dell'eribulina rispetto alla dacarbazina nei sarcomi dei tessuti molli (liposarcomi e leiomiosarcomi) in 452 pazienti (di età pari o superiore a 18 anni).6

I risultati dello studio 309 pubblicati dimostrano un miglioramento della sopravvivenza complessiva mediana di 2,6 mesi (13,5 mesi contro 11,5 mesi) in pazienti con leiomiosarcomi o liposarcomi trattati con eribulina contro dacarbazina (HR=0,768, 95% IC 0,618-0,954; P=0,017).6 In un sottoinsieme di pazienti con liposarcomi non resecabili avanzati o metastatici trattati con eribulina la sopravvivenza complessiva mediana risultava aumentata di 7,2 mesi rispetto ai casi trattati con dacarbazina (OS mediana 15,6 mesi contro 8,4 mesi, HR=0,511; 95% IC 0,346-0,753; P=0,0006). Nello studio 309, gli eventi avversi più comuni di grado 3 o 4 (superiore al 5%) osservati nel braccio trattato con eribulina sono stati anemia, leucopenia e neutropenia, mentre nel braccio trattato con dacarbazina sono stati anemia, neutropenia e trombocitopenia.6  

Nel mese di maggio 2016 la Commissione europea ha approvato una variazione dei termini dell'autorizzazione all'immissione in commercio di eribulina per includervi il trattamento dei pazienti adulti con liposarcomi non resecabili precedentemente sottoposti a terapia con antracicline (tranne nei pazienti non idonei a questo trattamento) per la malattia avanzata o metastatica.3

"L'eribulina ha dimostrato un beneficio in termini di sopravvivenza complessiva in due tipi di tumore solido. Questi dati sottolineano l'importanza dell'uso di terapie attive nelle prime linee di trattamento. In particolare, le evidenze real world confermano i benefici dei nostri farmaci in situazioni di vita reale", afferma Gary Hendler, Chief Commercial Officer di Eisai Oncology Business Group, Presidente e CEO di Eisai EMEA.

Eribulina è un inibitore della dinamica dei microtubuli e un analogo strutturale di alicondrina B, composto isolato inizialmente dalla spugna marina Halichondria okadai. Il suo meccanismo di azione si distingue da quello di altri inibitori della tubulina e si esplica nel legame con siti specifici posti sulle estremità positive dei microtubuli, inibendone la crescita. Alcuni dati sulla perfusione ematica ottenuti recentemente mostrano come eribulina possa portare a un rimodellamento della vascolatura tumorale, producendo una riossigenazione delle aree tumorali deossigenate (ipossiche).7 Un microambiente tumorale ipossico incide in modo significativo sulla progressione e la gestione del tumore: un miglioramento della perfusione tumorale può quindi portare a una riduzione della potenzialità metastatica del tumore stesso.8

Lo sviluppo continuo del portafoglio oncologico è il riflesso della missione hhc(human health care) di Eisai nel campo della salute umana, l'impegno dell'azienda a sviluppare soluzioni innovative per la prevenzione e la cura delle malattie e per l'assistenza e il benessere e la salute a livello globale. Eisai opera nel settore terapeutico oncologico, dedicandosi a soddisfare le esigenze insoddisfatte dei pazienti affetti da carcinoma e delle loro famiglie.

L'efficacia del trattamento nelle pazienti con carcinoma della mammella metastatico si riduce a ogni successiva linea di terapia, come dimostrato da nuovi dati

Note per gli editori 

Carcinoma mammario metastatico  

Ogni anno, in Europa il carcinoma mammario viene diagnosticato a oltre 300.000 donne, circa un terzo delle quali sviluppa in seguito malattia metastatica.9 Si tratta di uno stadio avanzato della malattia, che si verifica quando il cancro si è diffuso oltre la mammella ad altre parti dell'organismo.

Informazioni sui sarcomi dei tessuti molli 

Sarcoma dei tessuti molli è un termine generico, che indica un gruppo diversificato di tumori maligni. A differenza di altri tumori,  i sarcomi dei tessuti molli vengono diagnosticati spesso come malattia localizzata e molti sono idonei alla rimozione chirurgica completa; i tassi di recidiva possono tuttavia arrivare anche al 50%.10 Solo nel 50% delle persone affette da sarcomi dei tessuti molli l'aspettativa di vita raggiunge un massimo di cinque anni.11 Gli esiti per i pazienti con malattia in stadio avanzato sono infausti, con una sopravvivenza mediana pari o inferiore a 1 anno circa.12

I leiomiosarcomi sono una delle tipologie di sarcoma più comuni negli adulti. Questa forma tumorale si sviluppa a partire dalle cellule dei muscoli lisci e può avere origine in qualsiasi parte del corpo.13 I liposarcomi (sarcomi adipocitici) si sviluppano a partire dalle cellule adipose e anch'essi possono avere origine in qualsiasi parte del corpo. I leiomiosarcomi e i liposarcomi costituiscono all'incirca il 30% di tutti i casi di sarcoma dei tessuti molli.

Informazioni su Eisai Co., Ltd. 

Eisai Co., Ltd. è un'azienda farmaceutica leader a livello mondiale nel settore ricerca e sviluppo, con sede centrale in Giappone. Delinea come missione aziendale l'impegno di "dare priorità ai pazienti e alle famiglie e incrementare i benefici per la salute" definita da Eisai stessa la filosofia della "human health care" (hhc). Con oltre 10.000 dipendenti operativi nella rete mondiale di siti di R&S, siti di produzione e consociate addette alla commercializzazione, ci impegniamo a mettere in pratica la nostra filosofia hhc offrendo prodotti innovativi in diverse aree terapeutiche in cui esistono molteplici esigenze non soddisfatte, tra cui l'oncologia e la neurologia.

In qualità di casa farmaceutica mondiale, la nostra missione si estende ai pazienti di tutto il mondo, attraverso investimenti e iniziative basati su partenariati, al fine di migliorare l'accesso ai farmaci nei paesi in via di sviluppo e nei paesi emergenti.

Per ulteriori informazioni su Eisai Co., Ltd., visitare il sito web www.eisai.com .

Bibliografia 

1   De Paz L, et al. CASCADE study: Pronounced Decline in Treatment Efficacy through the Metastatic Life of Breast Cancer Patients. European Society for Medical Oncology (ESMO) meeting 2016, Poster: 248P   
2   Manso L, et al. ONSITE study: Single arm, multicentre, non-randomized open-label trial to evaluate the safety of eribulin in third line chemotherapy in patients with HER2-negative metastatic or locally advanced breast cancer previously treated with anthracyclines and taxanes. European Society of Medical Oncology (ESMO) meeting 2016, Poster: 248P  
3   SPC Halaven (updated November 2015). Available at: http://www.medicines.org.uk/emc/medicine/24382. Accessed October 2016    
4   Ortega V, et al. MERIBEL STUDY: Single-agent Eribulin as First-Line Therapy for Taxane-Resistant HER2[-] Metastatic Breast Cancer (MBC) Patients (pts). European Society of Medical Oncology (ESMO) meeting 2016, Poster: 238P 
5   Blay J, et al. Subgroup analysis of leiomyosarcoma (LMS) patients (pts) from a phase 3, open-label, randomized study of eribulin (ERI) versus dacarbazine (DTIC) in pts with advanced liposarcoma (LPS) or LMS. European Society of Medical Oncology (ESMO) meeting 2016, Poster: 1401PD   
6   Schöffski P et al. Eribulin versus dacarbazine in previously treated patients with advanced liposarcoma or leiomyosarcoma: a randomised, open-label, multicentre, phase 3 trial. The Lancet. 2016  
7   Kawano S, et al. Antimitotic and Non-mitotic Effects of Eribulin Mesilate in Soft Tissue Sarcoma. Anticancer Research 2016; 36; 1553-1562     
8   Kevin L Bennewith and Shoukat Dedhar. Targeting hypoxic tumour cells to overcome metastasis. BMC Cancer 2011;11:504     
9   World Health Organization. Atlas of Health in Europe. 2003. World Health Organization, Regional Office of Europe, Copenhagen, Denmark.   
10  Pollock R. Soft Tissue Sarcomas, a Volume in the American Cancer Society Atlas of Clinical Oncology Series. 2012  
11  National Cancer Institute. Adult Soft Tissue Cancer Survival Rates. Available at: http://www.cancer.org/cancer/sarcoma-adultsofttissuecancer/detailedguide/sarcoma-adult-soft-tissue-cancer-survival-rates. Accessed October 2016 
12  Fletcher C, et al. World Health Organization Classification of Tumours of Soft Tissue and Bone (4th Edition). Lyon: IARC Press, 2013  
13  Cancer Research UK, Soft Tissue Sarcoma Incidence Statistics: Available at:  http://www.cancerresearchuk.org/cancer-info/cancerstats/types/soft-tissue-sarcoma/incidence/. Accessed October 2016

Ottobre 2016

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