LA PSICOANALISI E LE “NUOVE FAMIGLIE”: CRESCERE CON GENITORI OMOSESSUALI
Il benessere dei figli sovrapponibile a quello delle famiglie tradizionali. A rischio gli adolescenti per le “prese in giro”. Il Centro Milanese di Psicoanalisi organizza il convegno: GENITORIALITÀ E FAMIGLIE OMOPARENTALI - La psicoanalisi nei cambiamenti sociali. Sabato 29 novembre 2014, ore 9.00-13.00 al Cinema S. Carlo - via Morozzo della Rocca 12, Milano
Milano,
(informazione.it - comunicati stampa - società)
La famiglia si evolve, in Italia e nel mondo. Tra le diverse forme “dell’essere genitori”, le famiglie omoparentali (con genitori dello stesso sesso) aumentano di numero e si impongono all’attenzione degli psicoanalisti.
Il Centro Milanese di Psicoanalisi “Cesare Musatti” organizza sabato 29 novembre dalle 9.00 alle 13.00 presso il Cinema San Carlo a Milano, il convegno Genitorialità e famiglie omoparentali. La psicoanalisi nei cambiamenti sociali per comprendere il funzionamento, le esigenze e le eventuali difficoltà di queste nuove famiglie, e sull’adeguatezza degli strumenti teorico clinici in possesso degli analisti.
Interverranno Paola Vizziello, Paola Ferri, Federico Rocca e Vittorio Lingiardi, che nella seconda parte della mattinata animeranno una tavola rotonda coinvolgendo la platea e i colleghi Gianni Beglia, Simonetta Bonfiglio, Paolo Chiari.
Secondo l'Istituto Superiore della Sanità in Italia sono circa 100.000 i figli cresciuti in famiglie omoparentali, spesso nati da precedenti relazioni eterosessuali.
I dati più recenti provenienti da Pedriatric (2013), Infanzia e Adolescenza (2013), Child Development (2014), Journal Adolescent Research (2014) confermano gli studi dei primi anni Duemila e riportano che il benessere dei figli è fortemente influenzato dalla sicurezza del legame e dal tipo di relazione con i genitori più che dal genere e dall'orientamento sessuale. Gli studi evidenziano inoltre che il periodo più difficile per i figli di famiglie omoparentali è quello della preadolescenza e dell'adolescenza.
La causa viene in gran parte attribuita alle "prese in giro" e alle minacce ricevute non solo dai coetanei, ma anche da educatori e insegnanti. Questa stigma sessuale si attesta intorno al 40% del campione della ricerca.
Per quanto riguarda l'orientamento sessuale dei figli, i dati non evidenziano, attualmente, significative divergenze dai dati provenienti da figli cresciuti in famiglie eterosessuali.
Il Centro Milanese di Psicoanalisi “Cesare Musatti” organizza sabato 29 novembre dalle 9.00 alle 13.00 presso il Cinema San Carlo a Milano, il convegno Genitorialità e famiglie omoparentali. La psicoanalisi nei cambiamenti sociali per comprendere il funzionamento, le esigenze e le eventuali difficoltà di queste nuove famiglie, e sull’adeguatezza degli strumenti teorico clinici in possesso degli analisti.
Obiettivo della mattinata di studio, coordinata da Marta Badoni, è indagare le modalità di assunzione della funzione genitoriale, le scelte dei genitori e le risorse dei figli che vivono in famiglie omoparentali, nati da precedenti relazioni eterosessuali oppure con la fecondazione assistita, anche tramite donatore.
Interverranno Paola Vizziello, Paola Ferri, Federico Rocca e Vittorio Lingiardi, che nella seconda parte della mattinata animeranno una tavola rotonda coinvolgendo la platea e i colleghi Gianni Beglia, Simonetta Bonfiglio, Paolo Chiari.
I dati più recenti provenienti da Pedriatric (2013), Infanzia e Adolescenza (2013), Child Development (2014), Journal Adolescent Research (2014) confermano gli studi dei primi anni Duemila e riportano che il benessere dei figli è fortemente influenzato dalla sicurezza del legame e dal tipo di relazione con i genitori più che dal genere e dall'orientamento sessuale. Gli studi evidenziano inoltre che il periodo più difficile per i figli di famiglie omoparentali è quello della preadolescenza e dell'adolescenza.
La causa viene in gran parte attribuita alle "prese in giro" e alle minacce ricevute non solo dai coetanei, ma anche da educatori e insegnanti. Questa stigma sessuale si attesta intorno al 40% del campione della ricerca.
Per quanto riguarda l'orientamento sessuale dei figli, i dati non evidenziano, attualmente, significative divergenze dai dati provenienti da figli cresciuti in famiglie eterosessuali.
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