DALLA PUGLIA IN TOSCANA CON PORTATRICE DI HANDICAP/ PRESTO I LAVORI PER RENDERE L’ABITAZIONE DI ANNAGRAZIA IDONEA, CALDA ED ACCOGLIENTE

Intervista del Quotidiano Quipuglia.it al presidente dell’APES di Pisa, Lorenzo Bani, che elogia l’operato della famiglia tarantina e nel corso dell'intervista dichiara anche che: “la gestione fatta dalla signora Raimondi rende l’alloggio dignitoso e gli interventi programmati potranno ancora più migliorare le condizioni generali. Faremo tutto il possibile”.
Quipuglia.it, (informazione.it - comunicati stampa - società) Prosegue l’attenzione mediatica e soprattutto la vicinanza da parte delle istituzioni locali (l’APES di Pisa in testa) in merito alla vicenda della famiglia Lepenna-Raimondi originaria di Taranto e da anni trasferita in provincia di Pisa.
Il loro caso venne sollevato recentemente dal nostro quotidiano QUIPUGLIA all’indomani dell’allarme lanciato proprio dalla famiglia attraverso le nostre colonne circa le condizioni di grave invivibilità dell’appartamento loro concesso anche alla luce della presenza in famiglia di una ragazza 21enne, portatrice grave di handicap.
Ad onor del vero dopo la nostra denuncia, subito si è mossa la macchina dei “soccorsi” con in testa il presidente dell’APES di Pisa, dott. Lorenzo Bani, il quale compresa, sin da subito, la gravità della situazione aveva disposto un immediato sopralluogo a stretto giro di pochi giorni.
E dunque, come anticipato nei giorni scorsi da queste stesse colonne di giornale, il sopralluogo tecnico dell’APES di Pisa disposto direttamente dal presidente Lorenzo Bani si è regolarmente svolto e così alcuni tecnici alle prime ore della mattinata di mercoledì 11 febbraio 2015 scorso si sono presentati nell’abitazione della famiglia tarantina Lapenna_Raimondi, nella quale vive anche la giovane figlia disabile, la 21enne Annagrazia.
“Le persone che sono venute a trovarci, sono state davvero gentili, educate e ci hanno messo a nostro agio – il commento a caldo della famiglia Lapenna-Raimondi – e ringraziamo vivamente tanto i tecnici, quanto il segretario del presidente Bani, Enrico Quinti, ed oltre a tutti anzitutto ringraziamo lo stesso presidente dell’APES di Pisa medesimo, Lorenzo Bani per la gentilezza, premura ed il loro vivo interessamento che stanno manifestando al nostro caso e per quanto intenderanno fare per il futuro di nostra figlia Annagrazia”.
Intanto all’esito del sopralluogo, la stessa APES potrebbe optare per una ristrutturazione dell’abitazione volta ad eliminare anche le barriere architettoniche presenti ed a ridare calore alla casa oltre che a togliere l’umidità presente.
Nel senso proprio del termine, visto che fino ad oggi – come peraltro proprio lamentato dalla famiglia originaria di Taranto e così come evidenziato a seguito dei sopralluoghi medesimi – la casa è fredda, umida e piena di barriere architettoniche.
Solo successivamente, poi ed una volta che sarà aperto l’apposito bando comunale, la famiglia dovrebbe fare specifica domanda al Comune di Santa Croce sull’Arno per entrare in graduatoria ed aspirare a cambiare alloggio. Ed a questo proposito veniamo a sapere intanto che la famiglia negli anni scorsi aveva già fatto altre volte domanda al Comune per un nuovo alloggio più idoneo.
E per ben due volte, appare evidente, questa famiglia non è purtroppo riuscita di fatto a conseguire quel punteggio tale utile a vedersi assegnato un nuovo alloggio.
Ma torniamo a noi. Per la verità chi ha visto e visitato la loro casa attuale (con un’ottica di osservazione privata e non ufficiale, da “tecnico” esterno insomma) in considerazione delle pessime condizioni nelle quali l’ha trovata, avrebbe piuttosto “pensato” in un’immediata azione di spostamento della famiglia in un’altra abitazione, più idonea ed accogliente.
Lo ricordiamo. Di recente i quotidiani “QUIPUGLIA” prima, e poi a seguire, a ruota, “BUONASERA TARANTO” in Puglia e “LA NAZIONE” di Pisa in Toscana, avevano sollevato il caso della famiglia Lapenna-Raimondi originaria di Taranto ma da tempo residente a Santa Croce sull’Arno in provincia di Pisa per lavoro e per consentire alla giovane figlia, Annagrazia di 21 anni appunto, di poter ricevere le necessarie cure idonee.
Dopo il caso mediatico, poi, con una telefonata fatta direttamente al direttore del quotidiano QUIPUGLIA, Giovanni di Noi, il presidente dell’APES di Pisa Lorenzo Bani nel prendere atto della situazione negativa nella quale la famiglia tarantina vive suo malgrado, aveva manifestato il proprio impegno a fare di tutto per eliminare ogni ostacolo al regolare corso della vita quotidiana di Annagrazia.
E così lo stesso presidente Bani, che nel frattempo si era da subito mostrato consapevole dell’attuale situazione di oggettivo disagio e “degrado” dell’abitazione nella quale la famiglia Lapenna-Raimondi vive, suo malgrado al freddo, con l’umidità, e le tante barriere architettoniche esterne ed interne, aveva ammesso che “così le cose non possono andare avanti ed una soluzione bisognerà certamente trovarla”.
Va, poi, considerato che la casa è umida e che necessita di numerose opere di “remake” al fine di renderla idonea, anzitutto, ma anche calda ed accogliente.
Da qui il suo impegno ad inviare propri ispettori tecnici. Cosa questa che, ne prendiamo atto, è regolarmente avvenuta. Anche se ora è tempo di tirare le somme, come si suole dire.
E così indipendentemente infatti dalle personali valutazioni di ciascuno, che possono o meno avere la loro importanza è ora necessario ed opportuno invece conoscere evidentemente anzitutto quelle del presidente Bani.
Abbiamo pertanto posto allo stesso presidente Lorenzo Bani alcuni quesiti. Domande a lui rivolte alle quali il presidente dell’APES di Pisa non si è sottratto minimamente dal rispondere.

D. Allora Presidente Lorenzo Bani, all’esito del sopralluogo tecnico di mercoledì 11 febbraio 2015 scorso cosa potrà e cosa intenderà fare l’APES in concreto per Annagrazia e la sua famiglia: se cioè prediligere la via della ristrutturazione dell’immobile nel quale la famiglia vive, o se non sia il caso di prevedere una soluzione più radicale, e cioè dire, una nuova abitazione alternativa?

R. Come presidente di Apes ho provveduto ad attivare tutti gli interventi necessari a mantenere il nucleo nell’alloggio attuale eliminando le barriere li esistenti.
Se nel frattempo la domanda di trasferimento della famiglia sarà accetta dal Comune, competente per i trasferimenti da casa a casa, sarà un bene per la famiglia Lapenna- Raimondi e l’investimento sull’alloggio consentirà ad un’altra famiglia con problemi analoghi di ottenere da subito un alloggio che gli consente di vivere in maniera accettabile.
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D. E allora di quali interventi e di quali lavori si tratta nello specifico ed in dettaglio?

R. Sono stati valutati tre aspetti principali:
• Installazione di un impianto per il superamento della barriera architettonica rappresentata dalla scale di accesso al fabbricato;
• Allargamento del bagno;
• Intervento per trattamento antiumido per le pareti perimetrali;
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D. Quando dovrebbero partire i lavori?

R. I tempi concordati sono i seguenti:
• Entro tre settimane definizione della perizia complessiva ed incontro con la famiglia per la condivisone della soluzione finale;
• Successiva assemblea condominiale per l’autorizzazione dell’intervento sulle parti comuni;
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D. A quanto dovrebbe ammontare la spesa complessiva dei lavori, alla luce del fatto che vanno anche abbattute tutte le barriere architettoniche presenti in casa se si vuole consentire alla giovane disabile Annagrazia di potersi muovere agevolmente ed in maniera autonoma nelle stanze di casa?

R. Su questo aspetto sarò più preciso nelle prossime settimane, sono sicuramente cifre importanti ma necessarie per rispondere alle esigenze di questa famiglia, come abbiamo già fatto per casi analoghi, in quanto la priorità dei lavori di manutenzione è il superamento delle barriere architettoniche.
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D. Oltre a ciò, và poi anche considerato che la casa è oltremodo umida e fredda e che necessita di opere al fine di renderla idonea, calda ed accogliente. Cosa può e cosa intende fare l’APES di Pisa per ovviare a queste problematiche alla luce del fatto che la disabile (ma anche per la verità i famigliari che ci abitano dentro) rischia di prendersi un malanno in considerazione del fatto che tanto l’umido quanto il freddo in casa rappresentano una dominante e che purtroppo il calore dei termosifoni si disperde (come pure gran parte del consumo del metano necessario al riscaldamento) perché in queste “condizioni” non ce la fanno di fatto a riscaldare la casa?

R. Mi preme sottolineare che abbiamo 6800 alloggi in gestione e il 65% di questi hanno 50 anni di vita. Mi piacerebbe che tutti questi alloggi fossero idonei, caldi ed accoglienti. Ho il rammarico di non avere risorse disponibili per tutti.
Comunque la casa presenta dei problemi di umidità anche se la gestione fatta dalla signora Raimondi rende l’alloggio dignitoso e gli interventi programmati potranno ancora più migliorare le condizioni generali. Faremo tutto il possibile.
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D. E per le finestre di casa, ora in legno, e dalle quali soprattutto entra gran parte del freddo, cosa pensate di fare?

R. Sugli infissi Apes da sempre interviene quando le condizioni di vetustà sono tali da non consentire la loro efficace azione e anche in questo caso ci muoveremo secondo questo principio.
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D. E allora, a questo punto, non sarebbe più vantaggioso per l’APES prevedere che lo stesso assegni un cambio alloggio d’ufficio a questa famiglia in considerazione delle particolari oggettive condizioni di Annagrazia, della sua famiglia e dell’appartamento?

R. Apes non può in base alla normativa ERP della Regione Toscana decidere la mobilità che competano al Comune il quale come si può immaginare lotta quotidianamente con la mancanza di case per risolvere le esigenze di spostamento che arrivano con motivazioni sociali valide. Sono in continuo contatto con il Comune per la risoluzione del problema.

D. Per concludere, Presidente Bani, allora Annagrazia può stare certa e tranquilla che sarà seguita con attenzione da Lei e che l'APES, Sig. Presidente Bani, non si scorderà troppo presto di Annagrazia e della situazione personale nella quale vive - suo malgrado - la giovane 21enne portatrice di handicap grave, pugliese di Taranto?

R. Certamente anche perché Apes ha negli ultimi anni investito con successo fondi propri, dei comuni e della regione per abbattere le barriere architettoniche. Gli uffici hanno ricevuto e gestito decine di richieste e investito più di € 800.000,00 in pochi anni. Noi conoscevamo il caso della signora già da due anni quando congiuntamente al comune avevamo fatto una prima ipotesi di soluzione.
Non ce lo siamo scordati prima, non ce lo scordiamo ora. Tutti abbiamo atteso per costruire una soluzione che puntava sulla mobilità ma penso che l’accorata richiesta della signora ci fa capire che non possiamo rinviare ulteriormente. Sarà quindi mia cura lavorare con il condominio ed il comune in tal senso.
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