Un nuovo "Mosè in Egitto" al Rossini Opera Festival di Pesaro

In scena l’11, 14, 17 e 20 agosto alle 20 all’Adriatic Arena
Forlì, (informazione.it - comunicati stampa - arte e cultura)

Un nuovo "Mosè in Egitto" al Rossini Opera Festival di Pesaro.

La seconda opera in programma nella trentaduesima edizione del Rossini Opera Festival è il Mosè in Egitto, in scena l’11, 14, 17 e 20 agosto alle 20 all’Adriatic Arena. Capolavoro fra i più apprezzati, Mosè in Egitto fu tanto caro a Rossini da indurlo a rielaborarne più volte il contenuto. Ne esistono quattro versioni: due riguardano la prima stesura napoletana, ripetuta a un anno di distanza con lo stesso titolo e pochi, significativi ritocchi (l’aggiunta della famosa Preghiera); due sono una radicale trasformazione della precedente: il Moïse et Pharaon approntato per la scena parigina dell’Académie Royale e la sua successiva traduzione in italiano effettuata da Calisto Basso col nuovo titolo di Mosè, versione che non incontrò il plauso di Rossini. Le differenze fra la lezione napoletana, prescelta per la ripresa di quest’anno (con l’espunzione dell’aria di Amaltea, autoimprestito drammaturgicamente incongruo dal Ciro in Babilonia), e quella francese sono cospicue. La prima, composta da un giovane Rossini all’apice della potenza creatrice, si distingue per l’asciuttezza di un discorso in equilibrio fra l’apollinea bellezza di una vocalità astrattamente belcantistica e l’urgenza dionisiaca di tensioni che anticipano le impennate del teatro dell’avvenire. Il rifacimento francese, teso a guadagnarsi il favore di un pubblico esigente e critico, dilata le dimensioni formali dello spettacolo e accoglie la consuetudine del balletto, assecondando il nascente gusto per la grandeur che condurrà al delirio del Grand Opera.
Regista di questa azione tragico-sacra (indicazione escogitata dall’ipocrisia dell’epoca per consentire la rappresentazione di melodrammi in tempo di Quaresima) sarà quello stesso Graham Vick che firmò la memorabile messa in scena al Rof del Moïse et Pharaon nel 1997 e a cui è stata proposta la sfida di inventare uno spettacolo che colga la profonda diversità di testi che pur presentano molte pagine comuni di partitura e di libretto.
Nella compagnia di canto figurano Riccardo Zanellato nel ruolo del titolo, e poi Alex Esposito, Dmitry Korchak, Yijie Shi, Sonia Ganassi, Olga Senderskaya, Enea Scala e Chiara Amarù. A Roberto Abbado la guida di Orchestra e Coro del Comunale di Bologna.
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Giancarlo Garoia
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