Udicon: il collasso della sanità laziale

Gravi carenze negli ospedali del Lazio
roma, (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere) Tagli, emergenza, disastro sono ormai diventate le parole più associate al campo sanitario negli ultimi 6 mesi, riferite soprattutto al territorio laziale. Le immagini di qualche mese fa comparse su quotidiani e televisioni nazionali sono ancora una ferita aperta che non accenna a rimarginarsi, alla luce delle ultime notizie sulle carenze strutturali nella maggior parte dei nosocomi laziali, bloccati da investimenti programmati ma mai partiti e da un organico dimezzato non in grado di smaltire la grande richiesta di intervento.
“Ieri si è assistito alla chiusura di ospedali accorpati a strutture più grandi a causa dei tagli imposti dalla Regione Lazio – afferma il Presidente Nazionale dell’Udicon, Denis Nesci - oggi l’annuncio di fermo delle sale operatorie dell’ospedale Pertini per 10 giorni per mancanza di personale: cosa dovremo aspettarci domani? È ora che il Presidente del Lazio prenda in mano una situazione che è uscita fuori dal suo controllo. Perché non fa lei stessa un sopralluogo al Policlinico per accertarsi delle condizioni dei pazienti?”.
La provocazione del Presidente dell’Udicon è il risultato della situazione di non governo che va avanti da due anni per quanto riguarda l’offerta di prestazioni sanitarie essenziali da parte degli ospedali regionali, fatta eccezione per campagne di prevenzione condotte probabilmente per scopi puramente propagandistici.
I vari Pronti soccorsi dei poli ospedalieri più importanti vivono nel caos con condizioni inaccettabili per gli utenti e per il personale operante, con quello che ne consegue in termini non solo di errori umani, ma anche di aggressioni al personale da parte di parenti arrivati al limite di sopportazione.
I problemi principali sono due: da una parte la cattiva gestione del personale, che resta assegnato a strutture con una bassa richiesta, quando potrebbe essere ricollocato in ospedali che hanno effettivamente bisogno di aiuto; dall’altra i tagli nel settore in materia di acquisto di beni e servizi, veri e propri tagli lineari che non tengono assolutamente conto della complessità nell’offerta di prestazioni sanitarie da parte delle strutture.
In questo momento c’è bisogno di controlli da parte del Ministero della Salute sul bilancio finanziario, sia per quanto riguarda le spese sostenute per investimenti in macchinari e strumentazioni necessarie alle strutture, ma anche sul personale impiegato, soprattutto per quanto riguarda le assunzioni di dirigenti e direttori di alcuni ospedali su cui più volte è stato interrogato il Presidente, Renata Polverini: crediamo che sia arrivato il momento di dare una risposta.
“Dal breve quadro delineato emerge una grave situazione di cattivo governo della sanità dal punto di vista regionale e, talvolta, i manager espressione indiretta del governo regionale dimostrano le stesse incapacità di gestire a livello locale la varie aziende, con la conseguenza che a farne le spese sono i cittadini e la sanità pubblica, probabilmente- aggiunge il Presidente Nesci- a vantaggio di quella privata. La priorità ora è sbloccare i fondi per assumere personale e cercare di aumentare i posti letto in breve tempo, per evitare che corridoi e sale di aspetto diventino definitivamente stanze di ricovero di malati in attesa di un intervento”.
Ufficio Stampa
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