LE ELEZIONI AMERICANE SECONDO I LICEALI ITALIANI: COSA NE PENSANO I NOSTRI EXCHANGE STUDENTS ADESSO NEGLI STATES

Alcuni studenti della Penisola, in questo momento negli Stati Uniti con i programmi scolastici all’estero WEP, raccontano le loro riflessioni a pochi giorni dal voto.
Torino, (informazione.it - comunicati stampa - istruzione e formazione) Torino, ottobre 2016 – Sono circa 260 gli studenti italiani delle superiori che, fra settembre e gennaio, sono partiti per gli Stati Uniti - o lo faranno nei prossimi mesi - per frequentare un trimestre, un semestre o un anno scolastico in una scuola americana con il Programma scolastico all’estero WEP. Attraverso questo programma infatti i giovani liceali possono trascorrere parte della loro carriera scolastica (il 4° anno) in una scuola straniera, ospitati, per tutta la durata del soggiorno, da una famiglia del posto.

A pochi giorni dalle elezioni presidenziali americane, abbiamo chiesto ad alcuni di loro come stiano vivendo questo particolare momento per capire impressioni, riflessioni e confronti riguardo a uno degli eventi politici più importanti degli Stati Uniti.
RUBEN PONDRELLI
da Bologna alla California
“A differenza dell'Italia, qua la campagna elettorale viene vissuta maggiormente
come una sorta di show o di spettacolo che intrattiene i cittadini.”
“Qui le elezioni sono sentite davvero tanto! Anche fra i ragazzi di 12 e 13 anni sono l’argomento principale di conversazione. Questa è una delle grandi differenze tra USA e Italia: i ragazzi fin da piccoli vengono guidati ad un’educazione improntata all’analisi e alla conoscenza dell’attualità, piuttosto che alla storia passata. Io, ad esempio, non sono mai stato appassionato di politica in Italia, ma queste elezioni mi stanno interessando molto, anche per i numerosi momenti di condivisione in famiglia in occasione dei dibattiti, davvero belli. Io sono in California, uno stato completamente democratico, dove la maggior parte delle persone è a favore di Hillary Clinton, ma entrambi i candidati sono visti male. Per questo il grande obiettivo di questa elezione, sembra essere non tanto far diventare presidente il candidato democratico, ma non eleggere Donald Trump! A differenza dell'Italia, qua la campagna elettorale viene vissuta maggiormente come una sorta di show o di spettacolo che intrattiene i cittadini. Gli attacchi reciprochi dei candidati vanno a parare sulla vita privata più che su quella professionale, come i famosi "commenti spinti" di Donald Trump sulle donne o il tradimento di Hillary Clinton da parte del marito. Per questo anche molti vip del mondo dello spettacolo intervengono in merito, esprimendo pubblicamente la loro preferenza, tanto che, fra le molte “unicità” di queste elezioni, c’è anche l’appoggio a Hillary Clin ton da parte di moltissime celebrità.”

FRANCO AMBOLDI
da Legnano (Mi) a Portland (OREGON)
“Molti farmers, anche fra i democratici, voteranno Trump per la linea protezionistica”

“Portland è una città molto liberale. Nella comunità aleggia un generale “odio” per Trump: quelli che si sono sempre considerati repubblicani non voteranno per lui. Nelle zone rurali e nel nord della California invece sono tutti a favore di Trump. I piccoli villaggi contadini e le fattorie sono piene di cartelli che invitano a votarlo, i camion e le macchine hanno i suoi sticker sul vetro. Questo è diffuso anche fra i non repubblicani poiché, credo, Trump ha promesso di aiutare i farmers, alzando i prezzi dei prodotti agricoli/alimentari provenienti dall’estero. Anche la Clinton tuttavia non è ben vista, viene considerata una donna poco onesta. Credo sia molto indicativo della situazione la frase che sta girando qua in questi giorni su facebook - Trump e la Clinton sono 2 genitori che litigano


per avere l’affidamento dei figli. I figli siamo noi, tutti gli americani, e vogliamo semplicemente andare a vivere con i nonni.”.

FEDERICO ROBBIATI
da Caronno Pertusella (Va) a Gilbert (ARIZONA)
“Non simpatizzo per nessuno dei due, ma in ogni caso gli americani sono di fronte a una scelta difficile”

“Qui in America ho notato una netta separazione nel comportamento politico delle persone: vi sono coloro che sono completamente attivi e coloro che invece sono stufi per il continuo bombardamento mediatico. In Arizona tuttavia, dove sto soggiornando, le elezioni presidenziali sono molto attese: il mio host-dad, che si era candidato per il Senato dell'Arizona un paio di anni fa, è molto attivo sia in città che a livello statale. Per questo ho la fortuna di potermi confrontare spesso con lui riguardo alle prossime votazioni, accanito sostenitore del partito repubblicano. Io non simpatizzo per nessuno dei due poiché credo che i cittadini americani siano davanti ad una scelta davvero difficile in entrambi i casi. Se fossi chiamato a votare, penso che alla fine opterei per Trump: per certi aspetti si avvicina di più al mio ideale politico, pur rimanendo conscio del fatto che non sia un modello di vita.”


CLAUDIA COLPO
da Courmayer (Ao) a Roan (Tennessee)
“Mi ha stupita l’interesse che i miei coetanei americani hanno per questa vera e propria rivalità politica”

“La mia famiglia ospitante non si interessa molto di politica, ma a quasi tutti i componenti non piacciono entrambi i candidati. Qua in città sono tutti in subbuglio. Molte case hanno cartelli per supportare l’uno o l’altro candidato, altri mettono direttamente lo slogan sulla parte anteriore della macchina. La cosa che più mi ha stupita è l’interesse che i ragazzi hanno per questa vera e propria rivalità politica. Molti giovani comprano cappelli, maglie, addirittura calzini con il volto di Trump, ad esempio, con la frase “I will make America great again!”. Proprio oggi ho discusso con alcuni miei compagni di classe su queste elezioni e anche loro, come i miei genitori, ritengono che entrambi siano inadatti. Personalmente, la penso come loro, preferendo però la Clinton a Trump.”


FRANCESCA DELL’ACQUA
da Viadana (Mn) a Salem (OREGON)
“Rispetto all’Italia, tutto ciò che riguarda la campagna e i due candidati
è molto più sottoposto all’esposizione mediatica”

“Quando chiedo - What do you think about elections? di solito la risposta è - This is going to be really bad.- La mia famiglia, le ragazze della mia età, i compagni a scuola, tutti sono d'accordo sul fatto che qualsiasi sia il risultato dell'elezione, la situazione in America peggiorerà drasticamente. Le mie coetanee pensano che Hillary, nonostante non sia esattamente una brava persona, sia comunque da preferirsi a Trump, che più di una volta ha espresso il suo disprezzo nei confronti di immigrati, omosessuali, donne. Anche io preferisco la candidata democratica, in quanto non tollero razzismo, omofobia o misoginia, anche se mi rendo conto che ci sono stati molti scandali a dimostrazione di quanto non sia una persona affidabile.
In campagna elettorale, rispetto all'Italia, tutto è decisamente amplificato, ingigantito. Ogni più piccola cosa legata a Trump o Hillary diventa di dominio pubblico, diventa uno scandalo e motivo di chiacchiere, critiche o approvazione.”

Per maggiori informazioni
Contatto
Francesca Romanini
Eurelab
COrso Fiume 11
10100 Torino Italia
Ufficio Stampa