Celiachia e gluten sensitivity secondo i medici delle cure primarie. Risultati dell’indagine Health Monitor di CompuGroup Medical Italia.

Celiachia e sensibilità al glutine una nebulosa per i medici di base. Mancano formazione e informazione e spesso la conoscenza del giusto test. E’ quanto vien fuori dall’ultima indagine CGM HEALTH MONITOR di CompuGroup Medical Italia in collaborazione con il Sole24Ore Sanità.
Molfetta, (informazione.it - comunicati stampa - società) I medici delle cure primarie alle prese con la gestione dei pazienti affetti da celiachia o dalla ormai molto diffusa intolleranza al glutine, fotografati dalla survey online realizzata da CompuGroup Medical Italia con il programma CGM Health Monitor in collaborazione con Il Sole-24Ore Sanità, denunciano un gap formativo (solo il 18% ritiene di essere stato formato durante gli studi) ed infatti il 53% dichiara di aver poi frequentato dei corsi specifici.

Il crescente riscontro di reazioni avverse all’assunzione alimentare di cereali contenenti glutine, rende lo studio delle potenziali espressioni tossiche di tale proteina oggetto di indiscutibile attualità, sia per le molteplici e variabili implicazioni sul piano fisiopatologico e clinico, sia per il pesante impatto socio-assistenziale e gestionale. I più aggiornati inquadramenti epidemiologici indicano che la malattia celiaca colpisce alle nostre latitudini non meno di 1 persona su 100. Ma la gluten sensitivity - entità nosologica di più recente identificazione - sembrerebbe interessare almeno il 6% della popolazione. E’ inoltre noto e documentato che, almeno per la celiachia, l’alterata sensibilità al glutine comporta il coinvolgimento non solo dell’apparato gastroenterico ma interseca molteplici processi fisiopatologici di chiara e rilevante valenza sistemica.

La problematica ha ripercussioni culturali e socio-ambientali, nonché un impatto determinante oltre che nella gestione clinica, anche nella ridefinizione delle politiche assistenziali a supporto dell’ampia fascia di popolazione interessata. Una diagnosi tempestiva può migliorare la qualità della vita di un individuo, prevenendo la comparsa di complicanze talora gravi. Il ruolo dei medici di base e dei pediatri è particolarmente importante per l'intuizione diagnostica ed un sostegno concreto nella cura.

Ma i giudizi e le conoscenze che caratterizzano la preparazione di MMG e Pediatri sembrano essere in altalena, secondo quanto emerge da questa indagine alla quale hanno risposto 1.134 medici (798 Mmg e 336 Pdf) nel periodo 10-16 marzo 2014. I medici intervistati vanno con i piedi di piombo nell’affrontare la patologia e solo il 27% esclude i prodotti glutinati dalla dieta nel caso di celiachia acclarata, ammettendoli in tutti gli altri casi. Il 54% dei medici poi ritiene sia utile condividere la gestione del paziente con gli specialisti.

Un dato non trascurabile e sul quale lavorare è quel 26% dei medici che non sa esattamente cosa sia la gluten sensitivity ed il 30% che non sa distinguere tra questa patologia e la celiachia. Inoltre è solo il 40% che sa con esattezza come si diagnostica (con quali esami) la sensibilità al glutine. E ad aiutare i medici del territorio non sembrano neanche servire le campagne informative che il Ministero della Salute ha recentemente messo in campo, visto che il 26% dichiara di non conoscerle, il 27% le giudica inefficaci ed il 38% mediamente efficaci.

Il dettaglio di tutte le risposte all’indagine è consultabile sul sito del progetto CGM-Health Monitor, all’indirizzo www.cgm-healthmonitor.it , sul sito corporate di CGM www.cgm.com/it e su quello del Sole 24 Ore Sanità.
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