Vaccino contro la leishmaniosi canina. Evidenze scientifiche ed esperienze dei veterinari confermano il valore innovativo e i benefici del farmaco.

Disponibile in Italia dall’aprile 2012 il primo vaccino contro la leishmaniosi canina prodotto da Virbac, conferma la propria validità come strumento di prevenzione nel controllo della malattia sia in base alle evidenze scientifiche sia rispetto all’esperienza d’utilizzo dei veterinari. Dopo 20 anni di ricerca in collaborazione con i più importanti esperti a livello mondiale per la leishmaniosi canina, il vaccino è stato autorizzato dall’organismo internazionale europeo EMA
Bologna, (informazione.it - comunicati stampa - scienza e tecnologia) Efficacia, sicurezza e innovazione del vaccino confermati dagli studi clinici. I trial clinici alla base della validazione all’utilizzo sono stati effettuati secondo protocolli sperimentali rigidissimi stabiliti dalle autorità sanitarie competenti.

In particolare, l’efficacia del vaccino, specificamente sviluppato per contrastare la leishmaniosi, è stata confermata nel corso di studi condotti in laboratorio e sul campo. Nel corso della ricerca durata due anni, che ha coinvolto sia cani vaccinati sia cani di controllo sottoposti a un’esposizione naturale all’infezione in zone altamente endemiche, è stata rilevata una significativa diminuzione del rischio di contrarre la leishmaniosi nel sottogruppo vaccinato.

Sempre sul campo è stata testata anche la sicurezza del vaccino. I riscontri hanno evidenziato infatti la buona tollerabilità del farmaco caratterizzata da un’incidenza di reazioni nell’ambito della norma per un prodotto di questa tipologia.

Efficacia e sicurezza si coniugano al suo alto grado di innovazione. Il vaccino stimola nel cane una risposta immunitaria specifica in grado di proteggerlo dalla malattia. Non previene il contatto del vettore infetto con l’animale ma agisce inducendo l’organismo del singolo animale a reagire direttamente nei confronti dell’antigene naturale attraverso l’elaborazione di una risposta di tipo cellulo-mediata. Questo permette all’organismo, una volta venuto a contatto con l’agente infettante, di reagire prontamente, neutralizzando il parassita ed impedendo lo sviluppo della malattia.

Questa caratteristica è rivoluzionaria se si pensa che le uniche strategie di contrasto fino ad oggi possibili sono state individuate nell’applicazione di antiparassitari (sotto forma di spray, collari o spot-on) con effetto repellente sul flebotomo e nell’adozione di norme comportamentali che evitino l’esposizione degli animali nelle ore di massima attività del pappatacio (alba e tramonto). Nonostante l'uso di repellenti, tuttavia, i flebotomi purtroppo riescono a pungere l'animale. Basta che solo lo 0.5-1% di questi flebotomi siano infetti perché la malattia venga trasmessa. È evidente che una soluzione come il vaccino prodotto da Virbac, che agisce “insegnando” al sistema immunitario a reagire, è in grado di predisporre al meglio il sistema stesso, anche in futuro, nel rispondere più rapidamente nella sua difesa se l’organismo sarà esposto al parassita Leishmania infantum.



Il feedback positivo dei veterinari

La risposta positiva al vaccino è una tra le caratteristiche più significative evidenziate anche dalle prime indagini sull’esperienza d’utilizzo da parte dei medici veterinari italiani.

In due diverse rilevazioni condotte da Virbac su campioni di veterinari emerge un’ottima predisposizione da parte degli utilizzatori a considerare il vaccino come il metodo più efficace per contrastare la leishmaniosi, superiore ad altri presidi quali i repellenti.

Nello specifico, in base all’analisi effettuata nel mese di novembre 2012 su un target-group costituito da veterinari che hanno già utilizzato il prodotto, si evidenzia come il 90% circa dei medici intervistati ritenga che le vaccinazioni siano un metodo efficace per la prevenzione. La maggioranza (53,6%) degli intervistati ritiene poi che la vaccinazione sia “il” metodo più efficace di contrasto alla leishmaniosi, seguito dall’utilizzo dei repellenti (42,9%).

Il vaccino, nonostante sia stato reso disponibile solo recentemente, risulta il prodotto più noto spontaneamente menzionato (78,6%) tra le soluzioni per la prevenzione e la cura della leishmaniosi, registrando un giudizio complessivo nettamente positivo (85,7% dei casi).

I punti forti riconosciuti al vaccino sono soprattutto, “innovazione”, “meccanismo di azione” e “facilità di somministrazione”. Riguardo all’ultimo punto, si ricorda che il vaccino può essere somministrato a partire dai 6 mesi di età del cane. Il protocollo di prima vaccinazione prevede un ciclo di tre iniezioni da somministrare con un intervallo di tre settimane l’una dall’altra, mentre in seguito sarà sufficiente un richiamo annuale per mantenere il cane immune dalla leishmaniosi. Naturalmente si conferma essenziale continuare ad applicare antiparassitari con effetto repellente sul flebotomo in modo da ridurre i rischi di contatto tra l’animale e l’agente infettante.

Il riscontro favorevole sul vaccino viene confermato anche dalla seconda indagine condotta su 305 veterinari distribuiti su tutto il territorio nazionale. La survey, resa disponibile a dicembre 2012, registra un alto grado di soddisfazione nell’utilizzo del vaccino.

Dall’esperienza raccolta nelle indagini effettuate si desume che il prodotto risponda ampiamente ai requisiti richiesti a un vaccino dedicato a contrastare la leishmaniosi come la capacità di conciliare un’azione di prevenzione specifica e una buona tollerabilità di base. Questa evidenza si traduce in una significativa motivazione da parte dei veterinari nel suggerire l’opportunità della vaccinazione che, infatti, avviene per il 79,4% dei casi su indicazione diretta degli stessi al cliente.

L’esperienza positiva legata all’utilizzo del vaccino trova inoltre conferma nella spiccata attitudine della maggioranza dei veterinari intervistati a “raccomandare l’uso del vaccino” ad un collega.
Ufficio Stampa