Cantico delle creature. Comunità di S. Leo Magno e ADSUM artecontemporanea

Inaugurazione domenica 28 settembre ore 18,30. Visitabile dal 28 settembre al 5 ottobre tutti i giorni dalle 18,30 alle 20,30 presso il Chiostro convento Badia S. Leo Magno viale Giovanni XXIII 121 Bitonto
Terlizzi, (informazione.it - comunicati stampa - turismo)

Cantico delle creature
Comunità di S. Leo Magno e ADSUM artecontemporanea

Espongono: Maria Addamiano, Maria Bonaduce, Daniela Calfapietro, Mario Colonna, Vito de Leo, Giovanni Morgese, Stefano Pelle, Patrizia Ricco, Giuseppe Sciancalepore, Franco Tullo,

Intervento di Francesco Parisi e di fr. Guarino Valentino ofm parroco e superiore della comunità di San Leone Magno

Inaugurazione domenica 28 settembre ore 18,30
Visitabile dal 28 settembre al 5 ottobre tutti i giorni dalle 18,30 alle 20,30

Presso : Chiostro convento Badia S. Leo Magno viale Giovanni XXIII 121 Bitonto

Info e contatti:

Tel. 3476502478
www.retearte.it
[email protected]

Convento – Parrocchia San Leone Magno
Tel. 080 3751136

Nell’ambito dei festeggiamenti in onore di San Francesco d’Assisi, nei giorni 28 settembre/05 ottobre, nel Chiostro del Convento di San Leone Magno in Bitonto si terrà una mostra di dipinti e sculture dedicate al “Cantico delle creature” anche noto come Cantico di Frate Sole, composto da Francesco d'Assisi a San Damiano, due anni prima della sua morte, avvenuta nel 1226. Il Cantico è una lode a Dio che si snoda con intensità e vigore attraverso le sue opere, divenendo così anche un inno alla vita; è una preghiera permeata da una visione positiva della natura, poiché nel creato è riflessa l'immagine del Creatore, che solo è “buono e fonte della vita, e ha dato origine all’universo per effondere il tuo amore su tutte le creature e allietarle con gli splendori della sua luce”.
Se è vera, come è vera, l’affermazione di Fedor Dostoevskij che “La bellezza salverà il mondo”, è ancora più vero che l’amore aiuta a scoprire la bellezza in ogni essere, in ogni circostanza, e a goderne i benefici. Sappiamo che il Cantico sgorga in un contesto segnato dal buio della cecità e della malattia. Anzi, proprio contro la contingenza, esso lascia trasparire un’esperienza fondamentalmente contrassegnata dalla gioia.
L'idea di san Francesco preannunzia un concetto moderno di tutela ambientale che, scevro da inquinamenti ideologici, politici e da faziosità, è stato ben descritto dal "United Environment Programme (UNEP) allorché ha definito la conservazione dell'ambiente, associata allo sviluppo sostenibile".
Il 6 aprile 1980 è apparsa la bolla pontificia con cui Giovanni Paolo II dichiarava S. Francesco patrono dei cultori dell’ecologia, rispondendo alla richiesta inoltrata dalla Società Internazionale degli Ecologisti. Questo significa che vi è la precisa coscienza che S. Francesco possa dire qualcosa sul tema dell’ambiente anche ai nostri giorni, nonostante la situazione sia molto diversa rispetto al Medio Evo. Al suo tempo, infatti, non si presentavano quelle minacce che insidiano la sopravvivenza dell’uomo post-moderno che si è fatto dominatore e manipolatore senza scrupoli della natura.
Questa situazione di angoscia per il destino dell’umanità e del pianeta in cui viviamo oggi ci può rendere, tuttavia, più disponibili all’ascolto del Cantico delle creature da cui traspare un’armonia e semplicità di sentire tali da far nascere in ciascuno di noi, credente o non credente, una nostalgia e un desiderio di salvezza universale.
È principalmente questo valore di messaggio di salvezza a rendere il Cantico di S. Francesco particolarmente attuale in un clima d’inquietudine dovuto al degrado ecologico sempre più devastante, ma (speriamo) non ancora irreversibile. Una lettura attualizzante del Cantico non dovrà essere, dunque, solo di tipo estetico, ossia di apprezzamento delle belle forme linguistiche di questa che è una delle prime espressioni poetiche in volgare agli albori della letteratura italiana. Non dovrà nemmeno essere una lettura ristretta nell’ambito della “sfera della religiosità, che vede nel Cantico il riflesso e il riassunto di analoghi testi biblici. La nostra attenzione al Cantico si pone nell’orizzonte angosciante della minaccia dell’esistenza umana” (V.C. Bigi, Il Cantico delle creature di Francesco d’Assisi, Edizione Porziuncola 1993, p. 8).
Una risposta vera può essere trovata nel Cantico delle creature di S. Francesco che ci rivolge un messaggio in antitesi al nostro modo di vivere e di comportarci. Se vogliamo accoglierlo dobbiamo essere disposti a cambiare in profondità il nostro modo di vivere e di sentire; dobbiamo essere disposti a mettere in discussione la nostra interiorità per vedere nel sole, nella terra, nella luna, nelle stelle, nel fuoco, nel vento l’annuncio dell’Al-tissimo, che rende sacre tutte le cose, cioè degne di rispetto e di considerazione somma perché non sono una nostra opera, ma opera dell’Altissimo che ci supera e a cui dobbiamo rivolgerci con timore reverenziale.
Con la Laude, che S. Francesco chiama “ Cantico di Frate Sole” egli intendeva convocare tutte le creature perché lo aiutassero a lodare e ringraziare Dio, l’altissimo onnipotente buon Signore, della sua Bontà e per aver voluto creare il mondo e le sue creature. Non si sente né schiavo, né padrone delle creature di Dio, ma fratello. Significa cioè che, nell’amore paterno di Dio, gli uomini, gli animali, le piante e tutte le cose sono un’unica famiglia. Pertanto le bellezze create non limitano il suo amore, ma lo dilatano e lo spingono verso l’alto.
padre Guarino Valentino, ofm
Guardiano del Convento San Leone Magno in Bitonto
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