L'aumento dell'infertilità nel Salento dipende anche dall'inquinamento

In Puglia l'infertilità sta rapidamente aumentando. Se negli anni settanta il 16% aveva problemi a procreare, oggi le coppie infertili sono il 20-25%. Al di là del profondo cambiamento socio-economico, antropologico e culturale che si è verificato nel Tacco d'Italia che ha portato ad un innalzamento dell’età al primo figlio, una quota parte dipende dal “fattore ambientale”. Ne parla oggi Raffaella Depalo, fisiopatologa della riproduzione umana al Policlinico di Bari, al XVII Weekend Clinico dell
Lecce, (informazione.it - comunicati stampa - salute e benessere) In Puglia l'infertilità sta rapidamente aumentando. Se negli anni settanta il 16% aveva problemi a procreare, oggi le coppie infertili sono il 20-25%. Al di là del profondo cambiamento socio-economico, antropologico e culturale che si è verificato nel Tacco d'Italia che ha portato ad un innalzamento dell’età al primo figlio, una quota parte dipende dal “fattore ambientale”: una prolungata esposizione a inquinanti alimentari e ambientali avrebbe effetti tossici sulle gonadi. In particolar modo, gli abitanti della zona compresa tra Taranto e Brindisi sembrano essere quelli più colpiti. È questo il risultato di uno studio condotto da Raffaela Depalo, fisiopatologa della riproduzione umana al Policlinico di Bari.
“I dati che abbiamo a disposizione sono relativi ad uno studio osservazionale retrospettivo sulla risposta che donne, che ha praticato la fecondazione assistita presso il nostro centro, hanno avuto alla stimolazione ovarica. Abbiamo individuato una popolazione di donne che rispondeva male o non rispondeva a questa terapia”. Da quanto osservato gran parte di queste donne avevano la stessa area di provenienza: “il bacino geografico in un raggio di 20 km intorno alla città di Taranto”. Notato questo aspetto la Depalo e altri studiosi hanno deciso di avviare uno studio prospettico. “Su tutte le donne che provengono da quell'area ma che si sottopongono alla fecondazione assistita noi facciamo delle ricerche biomolecolari sia sul siero che sul fluido follicolare”, spiega. Nello studio i ricercatori vanno ad individuare un recettore che è importantissimo nell'indurre la maturazione dell'ovulo, e quindi la sua capacità di essere fecondato. “Si tratta di un recettore che ha un'affinità elettiva per sostanze esogene come la diossina”, sottolinea la ricercatrice. L'obiettivo dello studio quello di capire bene gli effetti della diossina: “se la diossina agisce a livello dei follicoli primordiali, possiamo ipotizzare che il danno potrebbe essere più serio. Per questo è necessario uno studio epidemiologico sulla popolazione in aree soggette a forte inquinamento per poter capire quante donne vanno in menopausa prematuramente”. Conclude la Depalo.
Oltre ad un calo della fertilità in quell'area, l'Istituto Nazionale Tumori ha notato una forte incidenza del cancro al testicolo, alle ghiandole endocrine e leucemie. Per questo è stata aperta un'inchiesta dalla Procura di Taranto per disastro ed inquinamento ambientale a carico dei vertici dell'Ilva. A questo proposito, la Procura ha nominato periti Annibale Biggeri (Dipartimento di Statistica “Giuseppe Parenti”), Maria Triassi (Scuola di Formazione in Management Sanitario) e Francesco Forastiere (A.S.L. Roma e Dipartimento di Epidemiologia). Ai tre periti si è recentemente rivolto il Comitato “Taranto lider” (Libere Iniziative per la Diversificazione Economica e la Riconversione) proprio citando lo studio oggi presentato a Lecce durante il XVII Weekend Clinico da Raffaella Depalo, al fine di sollecitare i periti a svolgere un lavoro il più possibile approfondito.
Il XVII Weekend Clinico della SIdR è organizzato CG MKT srl
Per gli accrediti stampa: [email protected]

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